Un altro gran premio corso in difesa, l’ennesimo di una stagione deludente. E ancor prima che la gara finisse Charles Leclerc a Singapore aveva già sbottato via radio in risposta a un messaggio di Bryan Bozzi, il suo ingegnere di pista -quello del “come mi fai sognare” urlato in radio dopo la vittoria di Monza-, confermando quel “weekend di m*rda” pronunciato mentre sbatteva le mani sul volante della SF-25 una volta tagliato il traguardo al termine delle qualifiche: “Non lamentarti! Devo fare 200 metri di LICO ogni volta...”. LICO, il lift & cost che ha caratterizzato ogni gara della Ferrari finora, operazione necessaria a contenere i mille problemi che di volta in volta la SF-25 presenta: prima per preservare il fondo, adesso per cercare di contenere la temperatura di un impianto franante che, a Marina Bay, sputava fiamme.

Ha tuonato in radio due volte, stanco dell’ennesima vettura che tolto qualche exploit non gli concede nulla. E alla fine del GP il registro non è cambiato, indicando come la Ferrari sia l’unica a dover sempre gestire, mai libera di spingere e attaccare: “Dal giro 8 in poi è stato tutto un lavoro di gestione dei freni. Penso che, in una certa misura, tutti debbano gestire su una pista come questa. Ma credo che noi fossimo messi peggio degli altri e questo rende tutto estremamente complicato. Insomma, la nostra gara è stata davvero difficile”, ha spiegato il monegasco a Sky Sport dopo la gara.
Parole dure, eppure quando il discorso passa sul confronto con gli avversari Charles picchia duro incassata l’ennesima delusione. A Singapore, infatti, davanti non ci sono solo McLaren e Red Bull ma anche Mercedes, avversario che sulla carta Ferrari avrebbe dovuto battere: “Purtroppo, non abbiamo la vettura per lottare davanti. La McLaren ha sempre mantenuto lo stesso margine su di noi rispetto all’inizio dell’anno. La Red Bull ha fatto un passo avanti da Monza ed è salita allo stesso livello della McLaren. Ora anche la Mercedes è sullo stesso livello di McLaren e Red Bull, poi ci siamo noi. Non è facile. Al momento sembra quasi che siamo passeggeri della macchina e non riusciamo a tirarne fuori molto di più”. E, a sentirlo, inutile sperare in un cambiamento per chiudere il 2025 in maniera diversa, anche solo più dignitosa: “Non ci sarà… non credo che ci sarà nulla di speciale. Penso che l’immagine che abbiamo visto questo weekend sarà quella che ci accompagnerà per il resto della stagione”.

Una risposta a chi, invece, nonostante l’ennesima prestazione ingiustificabile continua a sostenere che non si sia massimizzato il pacchetto, che in Fp1 la Ferrari aveva fatto bene e che, nonostante tutto, del potenziale c’era. Perché sì, al termine del GP Frederic Vasseur aveva chiosato così, sempre a Sky: “Avevamo un certo potenziale nella monoposto e lo abbiamo mostrato nel primo turno di libere e in Q1, ma poi non abbiamo messo tutto insieme nel momento decisivo del weekend, nel Q3 per esempio. Non siamo riusciti a sfruttare l'evoluzione della pista e oggi eravamo troppo indietro. Siamo stati costretti a inseguire e questo è stato il problema principale”.
Parole che, in un momento del genere, sembrano incomprensibili. Anziché provare a cercare uno spiraglio che non c’è, in una stagione tra le più complicate degli ultimi quindici anni e con delle aspettative nemmeno lontanamente rispettate, servirebbe un mea culpa collettivo, più di ogni altra giustificazione o spiegazione. Peccato che, però, ogni volta è sempre la stessa storia.

