Il quotidiano austriaco Der Standard, che ha seguito molto da vicino tutte le ultime vicende della tremenda crisi in cui è piombata KTM, è andato giù pesante: per KTM in MotoGP non ci sarà un futuro dopo il 2025. E ci sono ancora seri dubbi che si possa andare avanti anche nel 2025. Titoli e notizie che lasciano pochissime speranze per Pedro Acosta, Enea Bastianini, Brad Binder e Maverick Vinales non tanto sull’essere in pista, quanto sulle possibilità reali di poter essere competitivi con una moto su cui nessuno potrà mettere mano prima del 25 febbraio 2025. E’ la data in cui i creditori dovranno esprimersi definitivamente sul piano di ristrutturazione presentato dall’azienda. Ma, sempre secondo quanto riferito dalla stampa austriaca, ci sarà anche un nuovo aggiornamento alla fine di gennaio, nella settimana successiva al 20 del mese e in quella occasione i vertici di KTM dovranno necessariamente fornire garanzie sulla capacità di portare avanti l’attività nel Motomondiale senza pesare nel già più che traballante bilancio.
I proclami di ieri di Pit Beirer e il comunicato stampa firmato dal patron Stefan Pierer, dunque, da un lato sono serviti per rassicurare gli animi nell’immediato, ma dall’altro non hanno fornito abbastanza rassicurazioni per il futuro. Tanto che in Austria c’è già chi sostiene che nell’incontro di fine gennaio sarà stabilita almeno l’uscita del marchio da Moto2 e Moto3. In verità la stampa austriaca afferma anche che verosimilmente potrebbe essere annunciata l’uscita dalla MotoGP a partire dal 2026, ma questa sembra più che altro una prospettiva arrotondata al massimo del pessimismo.
Perché? Perché non converrebbe a nessuno e soprattutto perché, visti i contratti in essere, uscire dalla MotoGP potrebbe costare a KTM molto più di quanto costerebbe il restarci. Soprattutto se l’azienda, attraverso il piano di ristrutturazione, dovesse sopravvivere al fallimento. Nello specifico, infatti, i contratti di Enea Bastianini e Maverick Vinales sono entrambi fino alla fine del 2026, mentre per Pedro Acosta ci sarebbe la possibilità di una clausola d’uscita già alla fine del 2025. Penali da pagare, quindi, se non altro per gli ultimi due colpi di mercato della casa austriaca. E, poi, penali da pagare anche a Dorna – queste sonore davvero – per l’uscita anticipata dal motomondiale, visto che gli accordi già firmati prevedono una permanenza fino al 2027.
E’ molto più probabile, piuttosto, che KTM scelga di provarci nel 2025 in una sorta di “annata da sopravvissuti”, con zero sviluppo della moto e azione rivolta al massimo del risparmio più che al massimo del risultato sportivo, con la stagione che sarà utile, piuttosto, a trovare nuovi investitori che garantiscano il rispetto di tutti i contratti in essere pure per il 2026. Un ruolo cruciale, in questo, potrebbe giocarlo Liberty Media che, non appena avrà l’ok dall’UE, potrebbe portare in MotoGP il modello della Formula1, consentendo l’esistenza di squadre ufficiali anche svincolate dai marchi dei costruttori. Un modo diverso di stare nelle corse che in passato era stato più volte prospettato anche a Carmelo Ezpeleta, con il patron di Dorna che, però, aveva sempre chiuso a questa possibilità in maniera categorica, ribadendo che il modello ideale per lui è quello che prevede cinque o sei squadre ufficiali con il nome delle case costruttrici e cinque o sei squadre satellite.