Lewis Hamilton è ancora il pilota che più fa parlare di sé in Formula 1, ma per motivi che nessuno a Maranello avrebbe voluto. Il suo primo anno in Ferrari, attesissimo dai tifosi, si sta trasformando in una delle stagioni più difficili della sua carriera. L’ultima tappa prima della pausa estiva all’Hungaroring, pista dove il sette volte campione del mondo ha raccolto anche qualche soddisfazione in passato, ha solo aggravato il quadro: fuori in Q2 il sabato, dodicesimo al traguardo la domenica, mai in lotta per i punti. E intanto, dall’altra parte del box, Charles Leclerc si conferma il riferimento interno, alimentando il dibattito: la crisi di Hamilton è davvero solo colpa della monoposto o anche del confronto diretto con il compagno di squadra? E potrebbe anche accendersi l'opzione ritiro?

La crisi del britannico questa volta spaventa per i termini con cui è arrivata: Sir Lewis, sebbene di “momenti no” ne abbia avuti tanti nella sua carriera, non si era mai abbattuto così tanto a livello mentale. Si continua a parlare delle sue parole dopo la sessione di qualifica, quando si è definito inutile e il difetto della Scuderia Ferrari. A riprenderle è stato anche Johnny Herbert, che per primo ha tirato fuori lo scenario più scottante per l’ex pilota Mercedes: il ritiro. “Hamilton si diverte ancora e questo è molto importante a livello mentale perché vuol dire che ha ancora stimoli. Un anno fa quando ha vinto a Silverstone ha detto che era arrivato a dubitare di poter festeggiare ancora una vittoria".
"Già da parecchio tempo ha la consapevolezza di poter non essere più competitivo come vorrebbe” ha spiegato l’ex pilota a Grosvenor Casino. “Dall’altra parte del box, Leclerc sta offrendo la sua miglior versione di se stesso, è costante e non commette errori. Perciò è normale che a un certo punto Hamilton possa prendere anche in considerazione l’idea di ritirarsi, una decisione molto difficile da prendere” ha aggiunto il britannico, aprendo il vaso di Pandora.

Ma quindi Lewis Hamilton potrebbe decidere di ritirarsi? Per come stanno le cose al momento l’ipotesi non è più un tabù. Gli indizi ci sarebbero anche tutti: rendimento in calo, morale altalenante, dichiarazioni post-gara tragiche. Il quadro delineato da Johnny Herbert non ha difetti: Hamilton è in difficoltà tecnica e psicologica, in un team dove il compagno di squadra - ricordiamoci più giovane, affamato e cresciuto a Maranello - rappresenta il punto di riferimento. L’orizzonte del 2026, anno del cambio regolamentare, appare come l’ultima boa: vetture nuove da scoprire e imparare a conoscere, un modo per ripartire tutti quanti alla pari. Quindi un ritiro a fine 2025 forse non sarebbe proprio nello stile del sette volte campione del mondo, che di resilienza è un esperto.

