“L’anno scorso in America mi è mancato un po’ l’affetto del pubblico, il correre davanti a tanta gente. Già in Australia e Indonesia ho rivisto tante persone ed è stato bello”. È un Danilo Petrucci di ottimo umore quello che si è presentato a Misano per parlare di quando, nel primo weekend di giugno, la Superbike andrà a correrci per la 5° tappa del campionato. In un’intervista con Riccardo Guglielmetti per GPOne, Petrux ha quindi raccontato l’inizio della sua stagione e le principali differenze con gli altri campionati corsi negli ultimi anni. A partire dal format, che in Superbike oltre alle qualifiche prevede di fatto tre gare (due intere e una sprint) per ogni weekend: “È un format totalmente diverso, sono tre gare a weekend. Le gomme Pirelli ti offrono una grandissima fiducia fin dal primo giro, chiaramente devi conoscerle e avere confidenza, così per me che sono nuove soprattutto nella Superpole Race prendo una marea di mazzate. È stato un po’ uno shock, più che altro perché essendoci tre gare a weekend i piloti ci provano sempre e nella gara corta ogni curva è come l’ultima. Devo entrare in questa forma mentis, anche se ammetto di fare un po’ di fatica a capire questo modo di correre. Comunque sono convinto che con un po’ di chilometri riuscirò a sfruttare moto e gomme fin da subito e questo potrà smettere di essere un problema”.
Nonostante i test in Portogallo prima dell’inizio della stagione (sì, anche la Superbike si è dedicata a Portimaõ) non siano andati per il verso giusto, Danilo ha trovato il modo di far funzionare la Ducati del Team Barni, portando a casa un 5° posto già al secondo round di Mandalika, dov e non aveva mai corso. E ora, sfruttando la pausa prima di Assen (dove si correrà il 21 aprile) ha portato la sua Panigale V4 a Bologna per adattarla maggiormente al suo stile di guida: “Stanno sistemandomi la moto, entrambi i piloti ufficiali sono piccolini e avevano bisogno di un trasferimento di carico maggiore. Per me è l’opposto quindi stiamo cercando con il Team Barni e Ducati di mettermi più comodo sulla moto per aiutarmi nella guida, abbassare il baricentro può essere una soluzione che funziona. Dopo Portimao ho pensato ‘dove metto le mani?’ Siamo andati fuori strada, non funzionava niente e non so per quale motivo. Abbiamo fatto finta di non esserci andati a Portimaõ, e in Australia ho cominciato come se non fosse stato niente. Devo dire che un po’ ha funzionato”.
Poi Petrucci riflette sui suoi anni da tuttofare, come la scritta Handyman che ha sul casco, parlando delle differenze più evidenti tra i suoi anni in MotoGP, quelli nella Superbike americana e la nuova avventura nel mondiale delle derivate: “Quando sei nel team ufficiale in MotoGP con Ducati devi vincere. È chiaro che quando ci riesci o sei vicino va bene, ma se non sei nei 10 è un problema. Nel 2020 in MotoGP è cambiata la gomma dietro e quello mi ha messo in difficoltà, facevo fatica ad essere veloce. Quando non sei veloce cerchi di fare sempre di più, sia in pista che fuori, e quando le cose non vengono ti butta giù davvero, soprattutto perché è un campionato in cui tutti pretendono molto. Ero arrivato a non sapere più che fare, l’anno in KTM è stato terribile. Alla fine sono andato alla Dakar, poi in America ho capito che ero ancora capace a guidare. E così ho deciso di provare a fare il mondiale Superbike con una moto vincente, penso che sia stata la scelta giusta. Ora sono un po’ più vecchio, la prendo con più calma e meno aspettative, mi piace quello che sto facendo”.
Motivo per cui, aggiunge, la sua idea è quella di rimanere in SBK per più di una stagione: “Vorrei stare un po’ qui in Superbike, come ho detto tante volte mi piacerebbe essere uno di quei - mi sembra - 18 piloti che sono riusciti a vincere una gara in MotoGP e una in Superbike. Al momento è difficile, ci vorrà un po’ di tempo ma sono qua per questo”.
Infine una battuta su Andrea Iannone, che recentemente è sceso in pista proprio a Misano con Michele Pirro su di una Ducati Panigale V4. L’idea di vederlo correre in SBK convince anche Petrux: “Sicuramente qualcosa si inventerà, mi piacerebbe se tornasse a correre. Comunque avendoci corso insieme so che è un grandissimo talento. Mi spiace per quello che è successo però secondo me torna”.