Fabio Di Giannantonio cammina rapidamente, facendosi strada tra i giornalisti, prima di sedersi su uno sgabello e raccogliere la stampa attorno a sé per il tradizionale media scrum del venerdì di Misano. Il tredicesimo tempo nelle Prequalifiche, ad un secondo abbondante dal leader Pecco Bagnaia, non rende giustizia alla prestazione di Diggia, vittima di un’improvvisa chiusura d’avantreno al Tramonto, con cui la sua Ducati gialla targata VR46 l’ha scaricato violentemente a terra a venti minuti dalla fine del turno.
Una caduta che, oltre a privare Fabio della possibilità di giocarsi le sue carte migliori per il time attack, ha lasciato tutta Misano con un po’ di preoccupazione: la botta è stata secca e la rotolata nella ghiaia lunga, con il pilota romano che – una volta rialzatosi - ha chiesto aiuto ai marhalls per sfilare casco e guanti. Un incidente soprattutto allarmante considerate le condizioni di Diggia, che con la spalla sinistra malamente lussata in Austria (due settimane fa, sempre nel paddock di Misano, il numero 49 aveva allontanato le voci su un’eventuale operazione a stagione in corso) e con la destra non al 100% per infortuni pregressi, non aveva certo bisogno di un’ulteriore sventola.
Così Diggia, dopo vari controlli al Centro Medico, arriva per ultimo ai microfoni, mentre sul Santa Monica temperatura e sole calano. Stando a sentire Fabio, che sullo sgabello tiene la schiena dritta e gesticola con cautela, cala anche l’apprensione nei suoi confronti. “Ne abbiamo data un’altra forte – debutta - ma alla fine dei conti sto bene. Stiamo cerando di capire la situazione, perché comunque, rotolando, la botta l’ho data forte anche sulla spalla sinistra. Ho un po’ di formicolio, quindi non è proprio una sensazione fantastica. Ho dato un’altra botta alla spalla destra, con cui ho problemi dal Sachsenring, dove mi era uscita e rientrata. Non ci voleva, perché stavamo recuperando, mi sentivo meglio a livello fisico questo weekend. Però la cosa buona è che so perfettamente cos’è successo, quando identifichi l’errore hai più elementi per non ripeterlo”.
Gli chiediamo di spiegarci direttamente la dinamica, presumendo che le cause della scivolata siano da attribuire ai livelli di temperatura di gomme ed asfalto. Non è esattamente così: “Dobbiamo fare l’out lap un po’ più piano, quando sono arrivato al Tramonto i freni erano molto freddi. Anche a moto dritta il freno era freddo, la forza della staccata è stata scaricata tutta di colpo e – con la gomma davanti nuova e fredda – si è chiusa, in maniera improvvisa, senza nemmeno darmi il tempo di reagire”.
Allora, ripensando all’estate della MotoGP 2024, non è difficile concludere che da ormai due mesi abbondanti Fabio non scende in pista in condizioni ottimali. Anzi, due mesi in cui ha sempre stretto i denti, nascondendo sotto il casco e sotto l’indole del pilota - che tradizionalmente evita di crearsi alibi – sofferenze da non sottovalutare: “È un periodo un po’ tosto – ammette – perché da quando mi è uscita la spalla in Austria stiamo faticando tanto. Non riesco a guidare naturale, perché ho tanto dolore nonostante prenda antidolorifici. Perdo tanto sul rettilineo, non riesco a mettermi in carena bene. Nelle curve a destra non riesco a mettere la spalla nella posizione giusta per scendere col corpo. Sto faticando un po’, secondo me questa è anche la pista peggiore per valutare, perché c’è tanto grip e la moto è anche reattiva. Nelle prossime gare spero, con un po’ meno grip – con le condizioni della pista un po’ diverse – di fare un po’ meno fatica”.
Gettando uno sguardo al futuro, Fabio Di Giannantonio dà il meglio di sé, regalando uno dei migliori momenti della venerdì di Misano: “Prenderai gli antidolorifici domani o domenica? Ah, sempre (ride). Sono tre weekend che li prendo a tutta. Sono al limite, tipo tasso alcolemico dopo una serata”.