La discussione su quanto successo domenica a Barcellona continua. Al centro dell’accesso dibattito, il comportamento di Fabio Quartararo e la discutibile gestione sportiva della Direzione Gara e degli steward. Intanto Alpinestars ha confermato che dai primi esami non è stato riscontrato nessun problema alla cerniera né all’airbag. Siamo tornati sul tema con Diego Gubellini, capotecnico del Diablo nel Team Yamaha Monster Energy.
Diego, proviamo a ricostruire la dinamica dei fatti.
A 4 giri dalla fine, quando Fabio è arrivato alla staccata della curva 1, ha frenato e la cerniera della tuta si è aperta completamente. Quella è la curva più critica perché la tuta aperta faceva da paracadute. Fabio se ne è accorto ed il giro in cui l’ha passato Zarco è andato lungo alla curva 1. La tornata dopo Miller lo ha passato. Fabio ha risposto riprendendosi la posizione ed ha tagliato il traguardo 3°. A fine gara ha ricevuto la penalità di 3 secondi per lo short cut. Quattro ore dopo è arrivata invece la notifica della penalità di altri 3 secondi per aver girato con la tuta aperta.
Cosa avete pensato al box quando avete visto nei monitor Fabio a petto nudo?
Ero preoccupato per la sua sicurezza anche perché stava battagliando con Jack per la terza posizione per cui nell’adrenalina della lotta per il podio prendersi degli azzardi con la tuta aperta sarebbe stato rischioso.
Nessuno in Yamaha ha pensato di fermarlo?
No, perché mancavano pochi giri e nel replay abbiamo visto che Fabio stava cercando di richiudere la tuta. Sia Maio (Meregalli), che Linn Jarvis stavano discutendo e valutando cosa fare.
Non poteva essere nell’interesse del team difendere l’incolumità del pilota, anche se c’è una Direzione Gara preposta a questo?
Di fatto Fabio ha rallentato. Stava girando in 1’40 alto ed ha iniziato a girare in 1’41. Ha fatto anche un giro in 1’42 per l’impedimento della tuta aperta e perché stava cercando di richiuderla. Credo che abbia fatto il possibile nella concitazione della gara perché non voleva perdere il contatto dai piloti di testa.
Quali sono state le prime parole del pilota al rientro ai box?
Ci ha raccontato che la tuta si è aperta improvvisamente e completamente e che se ne è accorto quando si è tirato fuori dalla carena per frenare alla curva 1. Ha poi provato a richiuderla e, alla curva 4, nel tentativo di tirare su la cerniera, è volato via anche il chest protector. Con Alpinestars abbiamo anche verificato l’onboard camera per controllare se in griglia la tuta fosse stata chiusa correttamente, cosa che ci è stata confermata. Di fatto il problema c’è stato. La tuta si è slacciata e il chest protector si è mosso dopo perché la tuta era aperta. Lunedì, nei test, Fabio ha indossato una tuta con una chiusura modificata con un velcro aggiuntivo che si ripiega su se stesso ed è più difficile da aprire.
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Come vedi Quartararo dopo tante polemiche?
Adesso è tranquillo, ma il problema è un altro: il regolamento ha tante zone grigie, soggette alla discrezionalità della Direzione Gara e degli steward. Di fatto la bandiera nera non è stata esposta e Fabio è rimasto colpito dai commenti di altri piloti. Secondo me sono prima di tutto molto discutibili i primi 3 secondi di penalità, anche perché la decisione non è stata tempestiva e la sanzione è stata comunicata a fine gara. Fabio avrebbe preferito la segnalazione di cedere la posizione in gara, anche perché nell’uscita alla curva 1 ha perso 7 decimi e, secondo il regolamento, ne bastavano 3 per non essere penalizzato. Perché non è stato comunicato niente in gara?
Come arrivate al Sachsenring?
Al di là del risultato di domenica, Fabio è contento della prestazione perché da inizio stagione è sempre stato competitivo in ogni condizione.
Capotecnico di Fabio dal suo debutto in MotoGP, come valuti la sua crescita?
Lo scorso anno arrivava da un 2019 dove, da esordiente, dalla 4° gara, era riuscito ad essere sempre veloce e in lotta per il podio. Nel 2020, invece, è andato veramente forte solo in poche circostanze. C’era la possibilità di vincere il mondiale, ma eravamo in difetto a livello tecnico. C’era quindi un divario tra moto e pilota, cosa che non c’è quest’anno dove abbiamo un ottimo pacchetto moto-pilota.
La Yamaha è la moto più bilanciata della griglia?
È un insieme. Infatti in Yamaha l’unico pilota costante è Fabio, un po’ come Johann Zarco in Ducati, mentre Maverick Vinales e Franco Morbidelli hanno fatto alti e bassi. La M1 che abbiamo quest’anno gli consente di essere veloce in tutte le piste. Fabio si è ritrovato nella condizione tecnica del 2019, per questo è più forte e consapevole delle sue possibilità.
È lui il favorito per il titolo?
Il campionato è ancora lungo, ma noi sicuramente saremo della partita.