Di quanto Giacomo Agostini sarebbe felice di un ritorno della sua MV Agusta nel Motomondiale ne ha parlato a MOW, nel corso di un'intervista realizzata da Emanuele Pieroni (che trovate per intero qui): "Solo l’idea di rivedere il marchio MV Agusta in MotoGP mi fa venire i brividi. Cosa vuoi che ti dica? Però ci sono di mezzo mille dinamiche, oltre che i regolamenti, e quindi un conto è che ti dico che l’idea mi emoziona e un altro conto è dire che andrà sicuramente così. Io come andrà non lo so perché, appunto, non sono dentro a tutte le questioni. Se n'è parlato molto sulla stampa, però non ho idea su quanto ci sia effettivamente di vero e nemmeno se una cosa del genere sarebbe possibile o meno. Ho detto solo che per me sarebbe un sogno".
Adesso il sogno di migliaia di appassionati e della leggenda che con il marchio varesino ha vinto tredici dei suoi quindici titoli mondiali è sempre più vicino a diventare realtà. Perché è notizia di questa settimana che Timur Sardarov, imprenditore russo, ha consegnato la maggioranza (50,1%) della MV Agusta a KTM, fino all'altro ieri detentrice solo del 25% delle quote dello storico costruttore lombardo. Si tratta di un'acquisizione avvenuta due anni prima rispetto agli originali piani quinquennali - stilati nel 2022 da Stefan Pierer, CEO del colosso di Mattighofen - di rilancio di MV. Una mossa anticipata che lascia presagire una netta inversione di tendenza da parte di KTM nella gestione delle iniziative per MV Agusta. Dopo aver dichiarato battaglia alla Ducati sui mercati internazionali con la Brutale e la Superveloce, l'obiettivo di KTM e MV Agusta è sicuramente quello di dar fastidio a Borgo Panigale anche nelle corse, in particolare in MotoGP, dove l'azienda bolognese vanta ormai una decisa supremazia.
La domanda sorge spontanea: quando tutto ciò sarà attuabile? Pit Beirer, direttore di KTM Motorsport, già rispondeva a questo basilare quesito qualche mese fa, nel corso di un'intervista a Speedweek: "È possibile che entreremo in MotoGP con MV Agusta come marchio separato. Da qualche parte si dovrà iniziare. MV Agusta ha già vinto molti titoli mondiali, indipendentemente dal fatto che ora è attiva nel settore del lusso, non escludo un coinvolgimento della MotoGP con MV Agusta dal 2026". In realtà va sottolineato come la Casa austrica volesse tentare l'ingresso con MV Agusta in MotoGP già quest'anno, rilevando i posti in griglia di partenza lasciati sguarniti da Suzuki e creando un secondo team satellite (dopo GasGas) i cui piloti sarebbero stati Marc Marquez e Pedro Acosta. Una combo micidiale che era nata come suggestione di mezza estate ma che, con la volontà dell'otto volte campione del mondo di sganciarsi dalla Honda e con l'improvvisa sovrabbondanza di piloti venutasi a creare in KTM, si era trasformata in una concreta soluzione. È mancato il fondamentale benestare della Dorna, che attraverso Carmelo Ezpeleta si era detta disposta a cedere il posto della Suzuki solamente ad un nuovo costruttore e non ad un ulteriore team clienti. Tuttavia, oggi che Dorna ha elargito concessioni per Honda e Yamaha, che Ducati resta coadiuvata da tre team indipendenti e che Mattighofen ha acquisito potere decisionale sul futuro del marchio varesino (Timur Sardarov è diventato vicepresidente con il 49,9% delle quote), viene difficile pensare che Carmelo Ezpeleta possa nuovamente mettersi di traverso di fronte ad un eventuale Team KTM MV Agusta nel 2026. Andrebbe contro le logiche della coerenza e dello spettacolo, quindi contro i suoi stessi interessi. E poi MV Agusta non sarà mai un squadra satellite qualunque. È la storia del motociclismo, delle corse, che forse tornerà alla ribalta. Sarebbe felice Giacomo Agostini, saremmo felici tutti noi.