Prendi il Team Prima Pramac: dopo i ragazzi in rosso, oggi è la prima squadra del motomondiale in termini di risultati. Anzi, per Paolo Campinoti - patron del team - il vero riferimento sono loro. Grazie a Jorge Martín, certo, ma anche al rapporto con Borgo Panigale, che ha garantito alla squadra toscana materiale aggiornato e un costante scambio di informazioni. Anche perché, da sempre, il Team Pramac è pensato come quella passerella traballante ma affidabile per raggiungere il team ufficiale, almeno se sei giovane e riesci a vincere qualche gara. Jorge Martín, da due anni, si trova sulla strada giusta ma non riesce a percorrerla: prima c’è stato Enea Bastianini (nel 2022), più concreto di lui in termini di risultati - e con una moto meno aggiornata - poi Pecco Bagnaia, ufficialissimo, che qualche mese fa si è conquistato il secondo mondiale consecutivo. Jorge è rimasto sempre lì, vicino ma non abbastanza, a cercare un’occasione. E lo ha detto chiaramente a Valencia, dopo aver perso il titolo all’ultima gara: “Se Ducati ha scelto di non portarmi nel team ufficiale adesso, non credo di poter fare altro per dimostrare il mio potenziale”.
È stato lo stesso Jorge Martín a confermare che se avesse vinto lui il titolo a partire dal lunedì avrebbe guardato la moto rossa, anche perché il suo contratto lo ha direttamente con Ducati. E invece. Francesco ha confermato il numero uno, Enea ha avuto un’altra occasione e Ducati continua ad essere tutta italiana, il che chiaramente ha messo Martín nella condizione di dover cercare un’alternativa al sogno: se Ducati non vuole, qualcun altro ci sarà di sicuro. Chiunque: due giapponesi da far crescere, Honda e Yamaha, o due Europee da trascinare per l’ultimo miglio necessario a raggiungere la Desmosedici. Jorge può permettersi di scegliere e questo, in fondo, tutti lo sanno. A confermarlo ci ha pensato Gino Borsoi, che in un’intervista a Motorsport.com ha raccontato di come questo 2024 potrebbe essere l’ultimo anno di Jorge con il team Prima Pramac: “La nostra squadra è nata per essere il junior team Ducati, ovvero la squadra da cui passano i giovani piloti o i piloti con una certa esperienza per essere valutati e, se lo sanno fare, per passare alla squadra ufficiale”, ha spiegato. “Questo è il progetto con cui Pramac è partita. E capisco che è ancora lo spirito e la ragione per cui abbiamo questo grande legame con la Ducati e le moto ufficiali. È detto che Martin non farà parte del progetto del prossimo anno? Personalmente credo che il tempo di Jorge con il Team Pramac, che piaccia o no, sia giunto al termine. È stato con noi per tanti anni, ha iniziato dal primo anno in MotoGP e siamo al quarto anno. Il prossimo passo deve essere con una moto ufficiale, che sia Ducati o altro. Continua a dimostrare di essere uno dei più veloci, o forse il più veloce o alla pari con Pecco, e merita, oltre a una grande stagione con noi quest'anno, di avere una moto ufficiale l'anno prossimo. Per quanto sia bello e interessante per un pilota Pramac, che ha una moto ufficiale Ducati e un legame speciale con la casa".
Ma perché andare in un team ufficiale se Pramac ha la miglior moto della griglia da offrire? Principalmente i motivi sono tre: il primo è economico, una squadra ufficiale può pagare milioni di euro che un team privato semplicemente non ha a disposizione. Il secondo invece è ha a che fare col prestigio e la crescita personale, perché un pilota ufficiale porta avanti lo sviluppo e tenta di costruire la moto sulle sue preferenze, senza limitarsi a guidare qualcosa messo a punto da altri. Infine, per quanto il 2023 ci abbia raccontato che il contrario è possibile, vincere un titolo con una squadra ufficiale è decisamente più probabile. E la sensazione è che Jorge ci abbia ragionato quasi ossessivamente per tutto l’inverno.