Per provare a capire quali siano stati i passi avanti fatti dalla Yamaha durante l'inverno bisogna prendere in mano un paio di dati: Fabio Quartararo nel novembre 2023, a Lusail, arrivò settimo con quasi otto secondi di ritardo dal vincitore Fabio Di Giannantonio. Lo scorso weekend, sempre in Qatar, Pecco Bagnaia con la Desmosedici GP24 ha vinto abbassando di 15 secondi il tempo in gara di Diggia, e rifilando al Diablo - undicesimo - 17 secondi abbondanti. Ok, tutto questo cosa vuol dire? Significa che se la M1 2024 è migliore della versione precedente, ecco che a Borgo Panigale non sono rimasti fermi. Anzi, il progresso portato dalla Desmosedici GP24 potrebbe aver ulteriormente ampliato la forbice tra Ducati e Yamaha. Va detto che sin qui la MotoGP ha girato sui cosiddetti "pistoni" - Lusail e Sepang sono accomunate da sede stradale larga e un buon mix di curve da percorrenza e rampini a marce basse - quindi un riscontro più veritiero lo avremo probabilmente tra le tappe di Portimao e Jerez. In ogni caso, il weekend di gara inaugurale della MotoGP ha riproposto una gerarchia netta: il divario che devono colmare le giapponesi, già avvantaggiate dalle concessioni, resta profondo. Se la Honda con il Team Lucio Cecchinello mette in pista praticamente quatto moto ufficiali, la Yamaha - potendo fare affidamento solo sui feedback di due campioni come Rins e Quartararo - vanta comunque meno risorse per progredire.
Di quanto la situazione nel box del Diablo sia paradossale ne abbiamo parlato qui, mentre ormai non si contano più le occasioni in cui Lin Jarvis e Maio Meregalli abbiano parlato della necessità di Iwata di tornare a disporre - possibilmente in tempi brevi - del fatidico team satellite. Già, ma quale? L'unica squadra che - oltre ad avere il contratto in scadenza con il rispettivo costruttore al termine di questa stagione - potrebbe essere motivata a muoversi è quella di Valentino Rossi. Il Team VR46 è solamente una delle tre strutture indipendenti affiliate a Borgo Panigale, che ormai non ha bisogno di chissà quanti team clienti per dominare in MotoGP e che - tra Pramac, Gresini e Tavullia - dà sempre la precedenza alla squadra di Paolo Campinoti. La VR46, inoltre, si è vista negare da Gigi dall'Igna la Desmosedici GP24 factory per Marco Bezzecchi (ora in difficoltà con la Ducati dello scorso anno) e, da sempre, è corteggiata da Yamaha per via degli indissolubili rapporti tra Rossi (brand ambassador dei tre diapason) e Iwata. Negli ultimi giorni, non a caso, tra le vie del paddock rimbomba la voce di un'offerta stile saldi di fine anno recapitata da Yamaha a Valentino per tornare insieme sulla griglia di partenza della MotoGP nel 2025. Una trattativa che in maniera nemmeno tanto velata procede anche grazie al benestare di Dorna. Carmelo Ezpeleta, dopo aver votato a favore per le concessioni alle giapponesi, strizzerebbe sicuramente l'occhio al binomio Yamaha-VR46, che contribuerebbe a rendere la MotoGP più equilibrata (meno Ducati in pista) e, di conseguenza, anche più spettacolare. È scontato ripeterlo, ma oggi in MotoGP gran parte delle iniziative vengono prese proprio in nome dello show.
Valentino Rossi e Uccio Salucci, comprensibilmente, prima di tornare in blu vorrebbero avere delle garanzie sulla competitività della M1 e sul trattamento che Yamaha sarebbe disposta ad offrire. Viene difficile pensare che a Tavullia possano accettare un contratto senza due moto ufficiali, un trattamento full factory e un importante coinvolgimento nel team di sviluppo. In questo modo l'idea romantica del 46 che dopo vent'anni torna a risollevare Iwata da una pesante crisi tecnica potrebbe trasformare intenzioni e supposizioni in fatti. Nel frattempo, segnali importanti giungono da Gigi Dall'Igna, il quale - dopo aver promesso sette milioni più bonus nel contratto appena rinnovato con Pecco Bagnaia - vorrebbe chiudere i rubinetti. Nel paddock di Lusail, ai microfoni di Sky, il Direttore Generale di Ducati Corse ha mostrato una netta inversione di tendenza nella sua linea comunicativa: "Sarà difficile per noi mantenere tutte le squadre l’anno prossimo. Altri produttori stanno spingendo per avere squadre satellite. Hanno anche l’opportunità di offrire grandi sconti perché ricevono pagamenti bonus dall’organizzatore (Dorna) quando gestiscono una squadra satellite". Se solamente un mese fa, nei test invernali, Pablo Nieto sembrava abbastanza sicuro del futuro del team di Valentino Rossi ("È vero che altri costruttori sono venuti a chiederci se siamo interessati a muoverci, ma siamo felici con Ducati e la nostra idea è di continuare con Borgo Panigale), ecco che Uccio Salucci in Qatar, alla domanda sulla trattativa con Yamaha, ha risposto con un "non lo so", corredato da un sorriso sibillino, malandrino. Ad oggi, tutti gli scenari vanno tenuti in considerazione.