Valentino Rossi a Jerez dello scorso anno, scherzando, ha detto che a Pecco Bagnaia per vincere serve la paura di non riuscirci. Un po’ di pressione, l’idea che il pronostico sia contro di lui, roba del genere. Magari non è esattamente così, resta il fatto che la MotoGP 2024 è cominciata come era finita la scorsa stagione: Bagnaia soffre il venerdì, si avvicina il sabato e domina la domenica. Il che, considerando punti, statistiche e pure premi non è neanche sbagliato. Se l’incidente di Barcellona gli ha tolto un po’ di quell’esplosività con cui era in grado di produrre giri record e pole position, cosa che probabilmente tornerà a fare molto presto, il suo essere un micidiale uomo della domenica rimane una certezza.
Perché? Una risposta diversa dalle altre ce l’hanno data Jorge Lorenzo e Ramon Forcada, suo storico capotecnico, nella prima puntata de La Tertulia, tavola rotonda in spagnolo, un appuntamento sul nuovo canale YouTube del maiorchino, Dura La Vita. “Ducati che ha costruito un motore più morbido nell’erogazione rispetto alla versione 2023, perché vogliono controllare meglio l’usura degli pneumatici”, ha spiegato Forcada. “Questo a cosa porta? Beh, ora la velocità di punta non è più così importante, perché se arrivo fortissimo in fondo al rettilineo vuol dire che in uscita di curva sto massacrando la gomma posteriore”.
Chi è andato in posta un paio di volte lo sa: prima apri il gas in uscita di curva, più forte arriverai alla fine del rettilineo. Può sembrare una banalità, invece Forcada ci porta a delle riflessioni interessanti: “Ducati ha dato a Pecco un motore più morbido e lui - secondo me, lo dico come uno che vede questa cosa da fuori - ha capito che entrare molto forte e frenare forte non gli conviene. Se andiamo a controllare le velocità di punta vediamo che Pecco andava 10 Km/h più lento di tutte le altre moto. Tutte”. Infine il tecnico scende nel dettaglio: “La moto più veloce era quella di Enea Bastianini, che in fondo al rettilineo in Qatar andava a 357 Km/h. E la la più lenta era quella di Bagnaia, a 345 Km/h. Il punto è che Pecco frenava prima, perché per tutta la gara ha pensato a salvare le gomme”.
La certezza che sia vero non ce l’abbiamo - bisognerebbe aver accesso alla telemetria e saperla leggere - ma il ragionamento è quantomeno verosimile: Pecco, per rendere al meglio in tutto il giro, potrebbe aver scelto di sacrificare la prestazione pura in alcuni settori della pista. Per carità, trovarsi davanti a tutti, quindi senza scia, non aiuta a sviluppare velocità massima, eppure sembra proprio che ci sia dell’altro. Bagnaia non è solo rapidissimo e preciso, ha anche la sensibilità per capire esattamente dove e quanto spingere, un chimico della velocità. Uno che toglie un grammo alla gomma invece di due, uno in grado di frenare quaranta centimetri prima per arrivare a fine corsa più in forma degli altri. Roba da supereroe, che si acquisisce limando il talento con la cima della piramide dopo averla scalata. Probabile quindi che sia anche questo il motivo del successo di Bagnaia, che la Ducati la guida meglio del resto del mondo dal 2021, quando si regalò le prime battaglie, le prime vittorie e anche le prime corse al mondiale.
A giudicare dalle premesse viste tra test e GP del Qatar questo sarà l'anno in cui prenderemo un nuovo, grande personaggio del motociclismo e ne raccontermo tutto, le abitudini e i punti di forza, le caratteristiche con cui verrà ricordato tra gli altri. La pulizia di Jorge Lorenzo, la fame implacabile di Mick Doohan, l'intelligenza crudele di Valentino Rossi, il talento smisurato di Casey Stoner. Francesco Bagnaia è in mezzo a loro che finirà. E, già oggi, applaudirlo per la sua enorme sensibilità non sarebbe un errore.