Il 19 dicembre compie 58 anni Alberto Tomba, indimenticato campione di sci nonché uno dei più talentuosi atleti nel firmamento dello sport italiano.
Cinquanta volte trionfatore in Coppa del Mondo - 35 in slalom speciale e 15 in slalom gigante – ha reso immortale il suo palmares tra Olimpiadi e Mondiali con cinque ori, due argenti e altrettanti bronzi.
Per Tomba si è fermato pure il Festival di Sanremo 1988 eppure dei tanti momenti iconici nella sua carriera - troppo breve a conti fatti - c’è un episodio.
O meglio, un gesto tecnico entrato nell’immaginario collettivo, paragonabile al sorpasso di Vale Rossi su Casey Stoner al Cavatappi di Laguna Seca 2008 o addirittura alla leggendaria rovesciata di Carlo Parola nei minuti finali di un Fiorentina-Juventus del 15 gennaio 1950: Lech 1994.
Il dicembre di quell’anno era iniziato piuttosto bene per Alberto: primo nello speciale a Tignes il 4, risultato replicato otto giorni dopo al Sestriere.
A quel punto il calendario prevedeva il recupero di due gare sempre tra i pali stretti, saltate causa meteo a inizio stagione, da disputarsi infrasettimanalmente in una località austriaca pressochè sconosciuta agli stessi addetti ai lavori.
Lech. Un solo precedente, datato 17 gennaio 1993, con vittoria dello svedese Thomas Fogdö davanti a Jure Košir e a Alberto Tomba.
La prima gara va in scena martedì 20 in mezzo ad una folla oceanica: è il popolo di Alberto, più che tifo si tratta di un culto vero e proprio.
Pur sofferente ad una costola il campione bolognese domina fin dalla prima manche chiusa con 62 centesimi su Fogdö e 71 su Košir.
Poi, come d’abitudine, Albertone mette il turbo nella seconda e i distacchi inflitti ai rivali raddoppiano, basti pensare che l’austriaco Thomas Sykora, il più immediato inseguitore, rimedia 1” e 49 centesimi.
Un abisso nello sci.
Mercoledì 21 dicembre si replica. Stavolta però Tomba compie subito un errore e a metà gara è dietro a Sykora che intravede il primo successo in carriera. A casa sua. Alla sfida per la vittoria si uniscono anche l'immancabile duo Košir-Fogdö e un altro forte austriaco, Michael Tritscher: cinque atleti racchiusi in 36 centesimi. Ma mai sottovalutare i proverbi latini.
Nella seconda manche Tritscher va al comando. Ne restano soltanto due: Alberto e Thomas, separati da due centesimi. Gli austriaci stanno pregustando addirittura una doppietta quando Alberto si presenta al cancelletto. E parte talmente forte che sembra andare dritto per dritto, con Paolo De Chiesa, al commento tecnico per la Rai, in estasi totale. Vola Alberto mentre il cronometro sembra rallentare intimidito. Un minuto e 22, uno e 23, uno e 24, all’improvviso arriva lungo su una porta blu. Deraglia. Sembra già di sentire le imprecazioni dell’Italia intera che sta pranzando con il telecomando in una mano e la forchetta nell’altra. Un disastro. Anzi no, perché Alberto grazie alla sua potenza rimane miracolosamente in equilibrio su uno sci e prosegue come una furia. Un minuto, 43 secondi e 57 centesimi gli bastano per occupare temporaneamente la prima posizione e chiedersi come sia stato possibile tutto ciò. Le telecamere indugiano sulla Bomba allibita al traguardo dimenticando quasi Sykora che parte con la vittoria in tasca e sta già pensando ai ringraziamenti: scende e non forza, disputa una manche priva di errori, in controllo. Troppo. Perchè dietro ad Alberto per 2 centesimi, stesso distacco della prima manche ma a ruoli invertiti. Nemo propheta in patria.
Tomba realizza di averla fatta grossa, il rivale da gran signore si complimenta e la scena regala un cavalleresco abbraccio tra i due. Un’impresa sintetizzata da genio guacone dallo stesso Alberto anni dopo: “Quindi potevo permettermi anche quell’errore, quella fermata, un caffettino, per dire, tic, veloce”. All’indomani si corre ancora, stavolta c’è uno slalom gigante in Val Badia, specialità in cui il nostro fuoriclasse non primeggia da oltre due anni. Spinto dal pubblico di casa divora letteralmente la Gran Risa e al termine della prima manche è in testa con lo stesso tempo di Urs Kälin. Niente paura: lo svizzero commette un errore nella manche decisiva ed è triplete. Tre vittorie in tre giorni, cinque in poco più di due settimane e a fine stagione 1994-'95 arriverà l’agognata Coppa del Mondo. Inarrivabile come un re.
Si, Re Alberto Tomba da Castel de' Britti.