La notizia del sabato d’India per la MotoGP è il via libera di Paolo Ciabatti al possibile accordo tra Marc Marquez e il Team Gresini. Il Direttore Sportivo di Ducati Corse, in un’intervista per Dorna, è stato chiarissimo: “Per quanto riguarda Gresini, penso che abbiano questa opportunità e stiano aspettando la decisione di Marquez. Marc parlerà con la Honda in Giappone e prenderà una decisione ma dipende da lui e dalla squadra: noi come Ducati abbiamo quattro piloti sotto contratto che sono i due di Lenovo e Pramac, niente di più”.
Tradotto per il bar: Ducati non ha nessuna intenzione di fermare Gresini, che le sue moto le paga (lo avevamo scritto qui) e i piloti può sceglierli senza troppe imposizioni. Ad aggiungere un altro tassello a questa storia per la prima volta da quando è cominciata, ci si sono messi anche i diretti interessati tramite Michele Masini (Direttore Sportivo di Gresini Racing in MotoGP), che in una breve intervista a Sky prima delle qualifiche della Moto3 ha parlato così: “È naturale che il nostro obiettivo sia quello di mettere il pilota più competitivo possibile sulle nostre moto, staremo a vedere”. Dopo mesi di chiacchiere quindi, Ducati ha scoperto le sue carte: sì, Marc Marquez sono disposti a prenderlo. Anche per un anno soltanto e nonostante il fatto che probabilmente lo spagnolo porterebbe all’interno della struttura di Nadia Padovani diversi uomini del suo entourage, uno su tutti Santi Hernandez, suo capotecnico dai tempi della Moto2.
Ora la situazione è tutta nelle mani del pilota, che dovrà negoziare il suo addio alla Honda con un anno d’anticipo rispetto ad un contratto che di regola scadrebbe alla fine del prossimo anno. Andrà fino in fondo? A questo punto è difficile credere il contrario, anche perché questi accordi funzionano come la tecnologia: prima che la novità arrivi al popolo, chi ci ha lavorato ha già le mani sul prossimo aggiornamento. In questo caso i dettagli dovrebbero essere definiti in Giappone, dove i piloti arriveranno tra una settimana. Honda, dal canto suo, ha dichiarato più volte tramite Alberto Puig che HRC non ha nessuna intenzione di trattenere Marc contro la sua volontà, d’altronde stiamo parlando della casa più importante del campionato, con un modo ben diverso di intendere l’ onore rispetto a quello a cui siamo abituati.
Così come non siamo abituati a un pilota come Marc Marquez, al suo egoismo e alla sua fame. Perché un marchio che ti aspetta per anni, pagando 12 milioni di euro a stagione per vederti fare avanti e indietro tra il circuito e la sala operatoria, uno scherzo così non se lo merita specialmente considerando che se la moto non è competitiva, in parte, è proprio colpa sua che questo sviluppo l’ha sempre portato avanti con idee spesso radicali e ostiche agli altri piloti Honda. A lui però di questo importa poco, pochissimo: ha trent’anni, la nuova generazione ha preso il largo e aspettare un progetto nuovo richiederebbe tempo che Marc è convinto di non avere. Quante stagioni potrà correre ancora per pareggiare i titoli con Valentino Rossi? Non troppi, a prescindere dal talento. E, a questo punto, l’idea di rinunciare allo stipendio fa meno male rispetto a quella di rinunciare a vincere.
In molti infine sono ancora convinti che Marc Marquez non potrà fare questa scelta per questioni politiche, le stesse per cui KTM non ha avuto la possibilità di schierare altre due moto: se Honda non è competitiva, Repsol rischia di abbandonare il progetto HRC e - di riflesso - la MotoGP, cosa che Dorna vuole assolutamente evitare. Va detto però che la storia di Marquez sulla Ducati del Team Gresini non solo è ben vendibile, è proprio un’occasione eccezionale per promuovere il campionato. Belle storie fatte di istinto e praticità, lontane dal mondo di sponsor, accordi e contratti che si fanno da adulti.
Se le cose dovessero davvero andare così, con una squadra privata composta dai fratelli Marquez, c’è da aspettarsi un violento temporale sul mercato piloti, come tutte le storie per le quali non ci sono protocolli o precedenti. Vale per chi le moto le guida, ma anche per chi le costruisce o chi le paga, cioè gli sponsor. In breve, Marc Marquez ha appena scatenato la stagione dei monsoni su questa MotoGP.