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Ecco perché ci sbattono fuori da questo locale: la MotoGP non vuole più giornalisti allo shakedown di Sepang

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

29 novembre 2024

Ecco perché ci sbattono fuori da questo locale: la MotoGP non vuole più giornalisti allo shakedown di Sepang
Ne avevamo avuto le prime avvisaglie lo scorso anno, adesso è ufficiale: la MotoGP non vuole giornalisti agli shakedown di inizio stagione in programma a Sepang dal 31 gennaio al 2 febbraio. È un gran peccato perché sembra che chi gestisce lo sport non abbia ancora capito niente di come gira il mondo

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

La MotoGP ha epurato i giornalisti dallo shakedown di inizio stagione, il primo vero test del 2025 in programma dal 31 gennaio al 2 febbraio. Il che, giustamente, provoca una grandissima alzata di spalle da parte di chiunque si interessi anche minimamente alle corse in moto: che me ne frega a me, se non vi fanno entrare. Che poi noi di MOW, ai test di Sepang, non ci saremmo andati lo stesso e non perché l’uva è acerba, ma perché non abbiamo il budget per andare a Sepang a febbraio senza nemmeno una corsa da vedere, no hay dinero.

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Eppure tutto questo ci interessa perché la questione è un’altra, anzi più di una: la prima è che vietando l’ingresso ai giornalisti - anzi, scoraggiandolo in maniera esagerata, il che è un approccio leggermente più sottile e forse per questo ancor più fastidioso - si rende ancora più difficile un mestiere che già così è in piena crisi. Fare il giornalista nel motomondiale paga poco, costa molto e porta a quasi niente: fino a qualche anno fa un buon addetto stampa con l’obiettivo di fare carriera puntava a lavorare per un giornale, ora è l’esatto contrario. Rendere la vita dei pochi superstiti con un pass al collo ancora più difficile è come investire un ferito con l’ambulanza. C’è poi un secondo punto, più banale: limitare gli accessi ai giornalisti durante i test di inizio anno è l’esatto contrario di promuovere (la Treccani suggerisce contrastare, ostacolare, osteggiare), quando promuovere dovrebbe essere il primo compito del promoter, ovvero Dorna.

Le prime limitazioni alla stampa in questo senso sono cominciate l’anno scorso, proprio a febbraio e proprio durante lo shakedown di Sepang, quando un costruttore (Yamaha, a quanto pare) ha chiesto a Dorna di bloccare l’ingresso in Pit Lane ai giornalisti. Giornalisti che, è bene ricordarlo, in queste occasioni sono pochi e ben consci di cosa si possa fare e cosa no durante una giornata come quella: non mettere piede nei box, non incasinare l’entrata e l’uscita dei piloti, non molestare gli ingegneri. L’obiettivo è soprattutto fare qualche foto e metterle online per gente che dall’altra parte del mondo refresha una pagina internet per sentirsi parte di quel momento lì, l’istante in cui viene issato il pinnacolo del progresso tecnologico su due ruote. Un bel momento, senza dubbio. Il rischio di capirci qualcosa dalle foto, da casa e spesso anche dalla Pit Lane è assolutamente scongiurato e bruciare grossi investimenti anticipando soluzioni tecniche alla concorrenza è quasi impossibile considerando che le foto possono farle anche gli ingegneri di altre squadre. Anche perché, comunque vada, due giorni più tardi sarà tutto in diretta, online, sul sito ufficiale della MotoGP. Per gli editori di due o tre testate specializzate invece, le giornate di test generano più traffico - e quindi introiti pubblicitari - di un normale weekend di gara. Ecco perché più che una ragionevole misura cautelare questa degli organizzatori sembra una prova di forza.

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Dorna (“su richiesta dei costruttori”, si legge nella nota divulgata qualche giorno fa), ha preso le seguenti misure per scoraggiare la presenza di giornalisti durante i test di Sepang: la sala stampa sarà chiusa, i giornalisti potranno entrare nel Paddock e nelle strade di servizio attorno al circuito ma non in Pit Lane, sarà vietato filmare e fare interviste che non siano state preventivamente concordate con la squadra del caso. Forse è difficile immaginare cosa significhi. In breve, è come spendere qualche migliaia di euro per andare a un concerto e ascoltarlo da fuori, senza entrare: no, non ti vietiamo di venire, puoi stare fuori dai cancelli senza parlare con nessuno e sentire tutti. Piccoli problemi di un piccolo mondo, sì. Mentre fuori c’è la guerra, oltretutto.

Però per chi in questo piccolo mondo crede, al punto da investirci e correrci dietro, è una pessima notizia. Vuol dire che Dorna non ha potere contrattuale - o non vuole esercitarlo - sui costruttori, che chiedono di sbattere fuori quella stampa fastidiosa come una zanzara di notte. Il fatto che le cose siano andate lisce, senza grosse proteste, significa che la stampa, in questo sistema, conta meno di zero, anche meno della risonanza e delle notizie che produce, che poi sono (o dovrebbero essere) un veicolo per interessare la gente e vendere lo show, che si tratti di diritti televisivi o di biglietti per il weekend di gara. Tutta quella gente che passa le giornate a refreshare la pagina dei test magari un abbonamento alla MotoGP te lo sigla. C’è il rischio che ne parli al bar con gli amici, del nuovo forcelloner della Honda. Oppure potrebbe addirittura azzardarsi a prendere il biglietto per vedere una corsa.

Noi a Sepang non ci saremmo andati comunque. Ma che farà la Dorna, quando non ci saranno più giornalisti da mandare via? E le case, cosa investono a fare se non c’è nessuno a raccontare di quanto siano state capaci? Forse un giorno qualcuno verrà invitato a vedere le corse a spese dell’azienda. Ma sarebbe un vero peccato, come una visita allo zoo dopo anni passati nella savana.

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