Sinner subito dopo la vittoria delle Coppa Davis è dovuto tornare a scontrarsi con il vero avversario che da mesi lo tormenta, il caso del doping Clostebol. Ma come stanno le cose? È vero che sarà condannato quasi certamente come ci ha detto Omar Camporese? E in che modo struttureranno la difesa i legali di Sinner? Dovranno evidenziare che la sostanza proibita è entrata nel corpo di Jannik in modo involontario e che lui non sia stato negligente. Non lo farà stare tranquillo quanto accaduto alla collega Iga Swiatek, risultata positiva alla sostanza proibita trimetazidina (Tmz) in un campione fuori competizione nell'agosto 2024. Per la tennista, secondo quanto riferito dall’Itia, il test positivo è stato causato dalla contaminazione di un farmaco non soggetto a prescrizione, ovvero la melatonina, che lei aveva assunto per problemi di jet lag e di sonno. Ora la numero due al mondo deve scontare una sospensione di un mese. Dopo questo caso la mente è andata subito a Sinner: quali le differenze? La differenza principale sta nella sfumatura che c'è tra un “nessuna colpa o negligenza” e un “nessuna colpa o negligenza significativa”. Da una parte infatti, nel caso Sinner, si implica che non ci siano state colpe. Dall'altra, nel caso Swiatek, seppur superficiali, delle leggerezze vengono riconosciute alla polacca.
Ma se il Tas di Losanna dovesse riscontrare negligenza nel caso di Jannik la sua pena sarebbe ben più alta rispetto ai soli trenta giorni e dovrebbe scontare una squalifica che da un minimo di dodici mesi a un massimo di ventiquattro. Ricordiamo che inizialmente l’Itia (l’agenzia italiana antidoping) lo aveva scagionato, ma era stata proprio la Wada a presentare ricorso e ora spetterà al Tas pronunciarsi. Ma quando? Sembra che per l’arrivo della sentenza di dovrà attendere dopo gli Australian Open, quindi in febbraio, ma dipenderà anche da quando il collegio arbitrale preposto verrà definito. A parlare della questione doping è anche capitan Volandri che si è espresso così: “Non voglio neanche pensare ad un'eventuale squalifica di Sinner, vista la sua onestà e le inconfutabili prove che ha fornito. Ma se c'è una persona con le spalle larghe è proprio Jannik. Una squalifica sarebbe l'ingiustizia più grande della storia”. Poi, ai microfoni di Qs Sport, ha anche parlato delle scelte fatte in Coppa Davis: “Non è semplice farle, resterà sempre la parte più difficile del mio ruolo. Siamo stati i primi a lavorare anche con uno psicologo. Mi è costato lasciare a casa Arnaldi e Cobolli o dire a Musetti che non avrebbe giocato contro l'Australia. Ci è rimasto male, nei giorni prima ha avuto un tennis strepitoso. Questo è un gruppo di amici, sono pronti ad esserci quando un altro ha bisogno. Voglio che la nazionale di tennis rimanga ai vertici a lungo: ciò non significa vincere tutti ogni anno, ma restare sempre fra i top”.