Doveva essere lì a lottare per le vittorie, con una vettura nuova al 99%, ma la verità è che questa Ferrari ha deluso più di quanto ci si potesse immaginare. Era stata accolta dall’entusiasmo e dai sogni dei tifosi, che a Fiorano avevano regalato immagini di passione indelebili. La realtà però è stata diversa, complice un progetto nato male, perché nonostante del potenziale ci sia, in pista la SF-25 è incapace di sfruttarlo, costringendo sia Leclerc che Hamilton agli extra. Eppure, a otto gare dall’inizio del Mondiale la Scuderia è sì quarta in classifica costruttori, ennesimo ritratto di una delusione, ma ad appena cinque punti dalla seconda.

142 punti contro i 147 di Mercedes e i 143 di Red Bull, nonostante due soli podi la domenica, con Charles Leclerc 3° in Arabia Saudita e 2° a Monaco, oltre alla vittoria di Lewis Hamilton nella Sprint di Shanghai e il podio di Miami, sempre al sabato. Un magro bottino, specie se confrontato con quello degli avversari, con Mercedes a podio per ben quattro volte, tutte grazie a George Russell, e Red Bull vincitrice a Suzuka e a Imola, oltre ai due secondi posti di Melbourne e Jeddah. Tutto farebbe pensare a un distacco ben più ampio, ma no. Ferrari è lì con loro, pronta a dare battaglia nonostante si tratti solo della seconda posizione, visto che McLaren sembra ormai inarrivabile.
E a pesare sono due fattori, che fino ad ora hanno fatto la differenza: da un lato i piloti, dall’altro il muretto. Leclerc ed Hamilton hanno sfruttato al massimo ogni occasione in pista, massimizzando il potenziale della vettura e portando a casa, tranne che in Australia, punti sempre preziosi. Spesso indietro in termini di distacchi, eppure in più occasioni al termine dei GP Ferrari è stata la squadra con più punti fatti dietro ai papaya, anche grazie a un muretto che, dopo aver stupito nel 2024, continua a farsi trovare pronto. Pochi errori -con tanto di record ai pit stop ad ogni gara disputata-, tante scelte azzeccate e più situazioni interpretate al meglio, nonostante a far rumore siano i soli dialoghi tra Adami e Hamilton.

C’è stata qualche incomprensione, è vero, tutte però spazzate via dallo stesso Sir Lewis, che almeno pubblicamente ha sempre difeso l’operato della squadra e del suo ingegnere, affermando di star affrontando un percorso di crescita continua, gara dopo gara. E se a Barcellona la Ferrari è lì a lottare, non troppo lontana, è solo per merito di questi due fattori, capaci di bilanciare le difficoltà della SF-25. Al contrario, Mercedes e Red Bull hanno faticato, ma non per motivi solo legati alle performance: la W16 ha stupito, ma la squadra non è sempre stata perfetta, mentre a Milton Keynes si continua a correre quasi con un solo pilota, considerato che dei 143 punti messi a segno 136 li ha conquistati Max Verstappen, con Liam Lawson prima e Yuki Tsunoda poi incapaci di incidere. Difficoltà da sfruttare al massimo, in attesa dei correttivi alla vettura che non arriveranno prima del GP di Canada o Austria, su cui la Scuderia sta lavorando senza sosta, perché intervenire sulla parte meccanica della vettura è cosa tutt’altro che cosa facile e immediata. A Barcellona, infatti, debutterà solo la nuova ala anteriore, conforme alla direttiva tecnica introdotta dalla Fia e guardata con interesse da molti degli avversari. Nel paddock si vocifera che tra i top team la Scuderia potrebbe beneficiare più di altri di questo cambio in corsa, un elemento in più per guardare con attenzione all’azione che, sin dalle Fp1, animerà il fine settimana. Servirà essere perfetti ancora una volta, perché in un campionato del genere ogni punto perso pesa come un macigno.
