Dal sogno alla delusione, tutto in poco più di ventiquattro ore. È questo l’umore in casa Ferrari dopo il gran premio di Monaco, perché dopo un inizio sorprendente tutto si è complicato al termine delle qualifiche. Pesano sia per Leclerc che per Hamilton, costretti a rincorrere per tutti e 78 i giri percorsi tra le strade del Principato. E al termine della gara, per motivi differenti, sono entrambi delusi: Charles per un’impresa mancata a casa sua, Sir Lewis per una gara sofferta, tanto da finire a cinquanta secondi da Lando Norris. E se il monegasco non appena tagliato il traguardo ha sfogato via radio tutta la sua delusione ascoltato da Bryan Bozzi, il suo ingegnere di pista, diverso è stato il team radio dell’inglese.

Ha parlato a Riccardo Adami, ricevendo però il silenzio come risposta, tanto da spingerlo a chiedere all’ingegnere se fosse arrabbiato con lui. Un gesto particolare, verosimilmente figlio di un modo di comunicare ancora non affinato del tutto tra i due, dopo che già in gara c’erano stati dei malintesi, senza dimenticare che l’errore della Q1, pagato con la penalità in griglia, è nato proprio da un’incomprensione via radio con Adami in ritardo nell’avvisare Hamilton della presenza di Verstappen alle sue spalle in pieno time attack. A poco è servito il quinto posto finale, perché il sette volte campione del Mondo non ha nascosto il suo malumore al termine della gara, influenzata negativamente proprio da quell’episodio: “Ieri eravamo quarti, il che almeno è un aspetto positivo, ma è frustrante essere stati messi fuori gioco da una penalità”.
L’obbligo dei due stop avrebbe potuto rimescolare le carte, ma alla fine quasi nulla è cambiato, tolto il sorpasso su Isack Hadjar: “Come ho detto, non ha fatto davvero alcuna differenza per la mia gara. Immagino che sia stato meglio in generale, perché altrimenti la gente si sarebbe semplicemente fermata, restando lì per sempre e bloccando tutti”. Fortuna che non è arrivata come a Imola, ma c’è comunque del positivo a cui poter guardare: “La scorsa settimana è andata bene. Questa non è stata granché, come si può vedere. Ma dal punto di vista delle prestazioni qualificarsi quarto non è stato male. Spero in un weekend di gara migliore la prossima volta”.
Chi invece non si dà pace nemmeno una volta sceso dalla sua Ferrari è Charles Leclerc, dopo un inizio che aveva lasciato tutti ben sperare, con un sogno che a poco a poco sembrava essere sempre più alla portata. Non si è mai dato per vinto, ha attaccato pronti via e per poco non ha sfilato Lando Norris con una partenza perfetta. Dal muretto hanno poi provato a farlo rientrare in testa ritardando la sua sosta, ma la McLaren vista a Monte-Carlo è stata impareggiabile. Eppure, il monegasco continua a guardare alla qualifica di ieri, considerata il vero ago della bilancia: “Non sono davvero felice. Alla fine è lì che abbiamo perso la gara. Avrei dovuto fare un lavoro migliore. Invece Lando ha fatto meglio di me e ha meritato la vittoria”. Lo dice con gli occhi carichi di delusione, nonostante un attimo dopo provi a cercare una qualsiasi sfumatura positiva: “Da parte mia ho realizzato il mio sogno d'infanzia lo scorso anno. Considerato tutto, penso che siamo andati ben oltre le aspettative. All'inizio del fine settimana pensavo che sarebbe stata una sfida arrivare in Top-10. Alla fine siamo secondi, e molto vicini al primo. È stato un buon weekend nel complesso, ma avrei voluto vincere”. Lo avrebbe voluto con tutto sé stesso, perché la verità è che nonostante una Ferrari decisamente meno in forma rispetto ai due papaya Charles ha dato l’anima, e quei 109 millesimi incassati alla fine del Q3 dall’esterno assomigliano a un mezzo capolavoro. Un fine settimana corso al 101% dal primo all’ultimo giro, metafora del suo approccio, maturato ma non cambiato. Ha compreso che non sempre si può correre da “tutto o niente”, ma ogni volta che ce n’è l’opportunità quel ragazzo è lì, a provarci e a far emozionare.

