Un’astronave, perché la prova di forza fatta vedere da McLaren nel sabato di Monaco è stata incredibile: Lando Norris conquista la pole position tra le strade del Principato, il miglior risultato possibile per tornare a sorridere e riprendersi quanto, nelle ultime gare, Oscar Piastri gli aveva tolto. È balzato in testa non appena contava, sfruttando al massimo una monoposto da paura. Dominante, soprattutto se si considera che, al termine del primo tentativo di Q3, i due papaya erano primo e secondo con quasi mezzo secondo di vantaggio su Charles Leclerc, momentaneamente terzo al traguardo.

“Una pole che mancava da tempo, mi sento bene” ha affermato sorridente Norris sceso dalla MCL39. “Negli ultimi mesi ho un po’ sofferto in qualifica. Poi Monaco è un posto speciale, forse il più difficile dove ottenere la pole, e farlo contro l’eroe di casa è ancora più bello. Sono molto orgoglioso di tutto il team per aver raggiunto un giorno come questo”. Una qualifica straordinaria ma meno semplice del previsto, perché a togliere il respiro all’inglese e a tutti coloro che l’hanno guardata è stato proprio Charles Leclerc, come da pronostico. Ci ha provato in tutti i modi, sfiorando un’impresa che sarebbe finita di diritto nei libri di storia della Formula 1. Ci ha messo tutto quello che aveva, o forse anche un po’ di più per prendersi la prima posizione, e per un attimo ha fatto sognare tutta la Ferrari: ha rischiato sfiorando ogni barriera in entrata e in uscita, per un tempo che per qualche secondo lo ha messo in pole provvisoria. Tagliato il traguardo si è aperto in radio affannato, chiedendo se quel crono bastasse: “Dobbiamo aspettare” la risposta di Bryan Bozzi, perché a spingere erano rimasti ancora Max Verstappen, Oscar Piastri e Lando Norris. Li ha battuti tutti tranne uno, perché alla bandiera a scacchi Norris lo precede di 109 millesimi. Ci ha messo il cuore come aveva promesso sin dal giovedì, ma non è bastato.
È secondo, deluso, e non lo nasconde: “Si può sempre fare qualcosa di meglio, ma alla fine credo di essere riuscito a fare il massimo possibile” ha affermato in parco chiuso. “Il primo giro è stato un po’ un peccato, perché prendi le misure per quello successivo, quello decisivo, e ho trovato molto traffico e non sono riuscito a farne un altro. Ma è quello che è. Sono frustrato”. Nonostante la delusione però, non ci sono solo aspetti negativi: “Ma sono orgoglioso del nostro risultato. Sulla carta, questo weekend avrebbe dovuto essere uno dei più difficili della stagione per noi. Alla fine di questa giornata non è così male”.

Terzo è Oscar Piastri, che al contrario del compagno di squadra questa volta è stato tutt’altro che perfetto. In tanti avrebbero puntato su di lui per battere Charles, ma l’australiano ha sbagliato, e nel suo ultimo giro di Q3 l’ha pagata a caro prezzo. Alle sue spalle alla bandiera a scacchi Lewis Hamilton, poi retrocesso di tre posizioni in griglia a causa di un impeding su Max Verstappen nelle fasi finali del Q1. Sarà una gara più complicata del previsto, dopo un sabato che era già iniziato non nel migliore dei modi, finendo a muro negli ultimi minuti delle Fp3 a "Massenet" e costringendo l’intera squadra a un super lavoro, perché quello che sembrava un leggero incidente ha costretto i meccanici del Cavallino a sostituire l’intero retrotreno della SF-25, oltre a sospensione anteriore destra, muso e ala anteriore. Paga tre decimi da Leclerc, confermando come nonostante ci sia ancora qualcosa da limare gara dopo gara il feeling con la vettura, oltre che con la Scuderia, stia migliorando. Chi invece a Monaco delude, ancora una volta, è Max Verstappen, che non fa meglio del quinto posto, diventato poi quarto. Sembrava potersi giocare la pole con una delle sue magie, ma alla fine così non è stato, complice una Red Bull visibilmente difficile da guidare, al limite soprattutto sul posteriore.

L’olandese però non è l’unico a non sorridere al termine della qualifiche, perché quella del sabato al Principato è stata una giornata da dimenticare per l’intera Mercedes. A pochi minuti dal termine del Q1 fuori dal tunnel che porta alla chicane del porto sventolano le bandiere gialle: c’è ferma una vettura, la W16 di Kimi Antonelli, che nel suo ultimo tentativo tocca la barriera in entrata, rompendo la sospensione anteriore sinistra e finendo a muro. Scende dalla macchina e cammina a testa bassa fin dentro il paddock: quando si sfila il casco è visibilmente deluso, per un errore che proprio non ci sta. C’è chi parla di pressione dopo il fine settimana complicato di Imola, forse non rendendosi conto di quanto difficile sia correre proprio lì, tra una barriera e l’altra, dove sarebbe bastato un solo centimetro per un epilogo completamente diverso. Domani è un altro giorno, e in favore dell’Italiano potrebbero esserci le due soste obbligatorie, con una Mercedes costretta a pescare il jolly visto che una posizione avanti alla W16 numero 12 ci sarà la numero 63 di George Russell: un problema elettrico lo ha fermato a inizio Q2, costringendolo a scattare dalla 14esima casella. Servirà una magia, così come quella stessa magia la cercheranno Leclerc, Piastri e anche Verstappen, tutti alla caccia di un Lando Norris che, al di là della vettura, è stato perfetto.

