In Texas c’è solo uno sceriffo, veste la tuta Red Bull e, quando conta, piazza la sua vettura davanti a tutti: Max Verstappen conquista la pole position della qualifica Sprint ad Austin, precedendo le due McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri, beffate proprio quando il ritorno in pole sembrava ormai cosa fatta. L’olandese si riprende la scena della F1, l’unico in grado di tenere testa a una McLaren che, negli States, sembrava essere tornata la dominatrice vista per lunghi tratti nel 2025. Una pole che non conta per le statistiche, ma lancia un segnale forte e chiaro: la lotta per il titolo Mondiale è tutt’altro che chiusa.

“Sono state delle buone qualifiche, tutti erano vicini e noi abbiamo cercato di mettere tutto insieme alla fine” ha spiegato sorridente una volta sceso dalla sua RB21. “Mi aspetto una battaglia dura nella Sprint, ma è quello che si vuole vedere. Il vento è forte, è facile uscire di pista e commettere errori. Cercheremo di fare una bella partenza e poi di avere un buon ritmo”. Alle spalle dei primi tre, poi, l’altra sorpresa di giornata: Nico Hulkenberg piazza la sua Sauber in quarta posizione, bissando la super prestazione fatta vedere nelle Fp1. Quinto George Russell, sesto un intramontabile Fernando Alonso mentre settimo è Carlos Sainz. Malissimo, invece, la Ferrari: Hamilton è ottavo a quasi un secondo da Verstappen, Leclerc decimo anche alle spalle di Albon. Un fine settimana partito in salita e continuato anche peggio, con già la necessità di dover rimediare a un venerdì da dimenticare. Eliminati al termine della SQ2, invece, Antonelli, Hadjar, Gasly e Stroll, mentre allo scadere della SQ1 era toccato a Bearman, Colapinto, Tsunoda, Ocon e Bortoleto, addirittura senza alcun tempo.

Prima delle qualifiche Sprint, però, la McLaren si era presa l’unica prova libera del fine settimana, cruciale per preparare al meglio sia la garetta del sabato che il GP della domenica. Lando Norris aveva chiuso in testa sotto alla bandiera a scacchi, precedendo Nico Hulkenberg, la sorpresa di inizio mattinata, e il leader del Mondiale Oscar Piastri. A dividere i due papaya quasi tre decimi, ma la sensazione, considerata soprattutto la grande differenza di velocità registrata tra le due vetture sul dritto, è che l’inglese e l’australiano fossero su due programmi di lavoro differenti. Quarto Fernando Alonso, con un Aston Martin già su con i cavalli del motore al pari della Sauber di Hulk, mentre quinto era Max Verstappen: staccato di 354 millesimi da Norris, l’olandese è stato il primo a tentare il time attack salvo poi sbagliare nel suo secondo tentativo. La Red Bull, però, sembrava partita bene nonostante qualche scintilla di troppo e la necessità di alzare il fondo da terra, a discapito di una perdita di carico aerodinamico.

Settimo l’altro protagonista del momento, George Russell, dopo aver svolto un programma di lavoro molto simile a quello portato avanti da McLaren, simulando la Sprint Race ma passando poi a un time attack con gomma gialla. Male, invece, la Ferrari: Hamilton ottavo e incostante sul passo, Leclerc ultimo dopo aver patito dei problemi al cambio prima di effettuare la sua simulazione di qualifica. Indietro anche Kimi Antonelli, 18°, anche lui però senza aver provato le gomme soft, scenario già visto svariate volte in stagione.
In Top 10, poi, anche Albon (6°), Hadjar (9°) - peraltro protagonista di uno scambio via radio tutto da ridere con il suo ingegnere che, al posto di nominare Bearman, ha ripetuto più volte Bottas - e Bearman (10°). Da registrare come, nelle retrovie, Franco Colapinto aveva preceduto ancora una volta Pierre Gasly: per l’argentino, dopo un inizio di avventura complicato con Alpine, la riconferma sembra sempre più probabile. Al termine della giornata, però, due sono le certezze: da un lato Verstappen, il signore di questa F1 pronto a prendersi tutto da capo, dall’altro le difficoltà ormai perenni della Ferrari. E siamo solo al venerdì…
