La Serie A 2025-26 prende il via oggi con quattro anticipi che segnano subito il ritorno in campo di due big. Nel pomeriggio il Napoli campione d’Italia in carica debutta al Mapei Stadium contro la neopromossa Sassuolo di Fabio Grosso, mentre in serata tocca al Milan: San Siro è già sold out per l’esordio stagionale di Massimiliano Allegri in panchina, con i rossoneri che affrontano la Cremonese di Davide Nicola. Un campionato che si apre tra entusiasmo e curiosità, ma che porta con sé anche le prime critiche. A lanciarle è Fabio Caressa, che non ha nascosto la propria delusione per il mercato appena concluso: “A me questo mercato non è piaciuto per niente. In generale, al momento sarebbero arrivati, prima dell'inizio del campionato, 53 giocatori dall'estero, 33 sono stati passaggi di italiani e 32 passaggi da squadra a squadra di giocatori stranieri all'interno del campionato italiano. Però degli italiani, di questi 33, la metà praticamente riguardano operazioni di Cagliari e Cremonese. Le grandi squadre hanno fatto uno, al massimo due italiani, non di più, alcune zero, e almeno 10 delle 32 operazioni tra squadra e squadra riguardano Pisa e Sassuolo, che hanno preso giocatori che al momento si conoscono poco. Praticamente non ci sono passaggi dalla Serie B alla Serie A. Praticamente inesistenti ormai da anni i passaggi dalla Serie C alla Serie A. E voi dite, ma le squadre vogliono prendere dei giocatori pronti, dei giocatori che siano subito disponibili. Ma io nel resto del mondo non vedo questa cosa”.

Il volto di Sky Sport ha poi fatto un paragone con quanto osserva nelle competizioni europee: “Io quando faccio la Champions League mi trovo a fare partite di squadre importantissime, tipo il Manchester City, devo aggiornare l'archivio, perché ci sono dei giocatori che emergono nel corso della stagione, giovani, spesso inglesi, e che non conoscevo, che hanno fatto le prime esperienze nel corso di quell'anno, che arrivano magari dalle giovanili o arrivano dalle squadre minori. Questo in Italia non succede più. Ma perché non succede più? E quindi io vi faccio questa domanda. Non è il caso di cominciare a pensare a un cambio delle regole serio che imponga a questo punto un cambiamento di rotta? Perché mi sembra evidente che il cambiamento di rotta non è in atto, ormai sono anni che non c'è, e noi continuiamo a dire ‘Eh ma la nazionale, eh ma i giovani’, tutte parole, tutti fanno i video, mettono i video del 2014… vabbè, ma da allora che si è fatto?”.