È il giovedì di Misano, le moto non sono ancora scese in pista ma Fabio di Giannantonio dice già che vorrebbe fare di più, vorrebbe fare meglio, ma la spalla dolorante non glielo permette, senza contare che in caso di caduta quasi sicuramente la situazione peggiorerebbe. "Quando c'è una dislocazione completa - spiega lui dopo la conferenza stampa del giovedì - qualsiasi medico ti dice che da adesso in poi, quando c'è un impatto, per l’80% delle volte rischi che ti esca di nuovo, infatti è uscita. Io ho fatto un po’ di danni, diciamo così, alla spalla, quindi è un po’ delicata. L'unica cosa che possiamo fare adesso è fisioterapia per alleviare un po’ il dolore, appena c'è un po’ di tempo tra una gara e l'altra costruire un po’ di muscoli intorno per cercare di limitare questa cosa, però non è mai come avere una spalla nuova, è una situazione un po’ così".
Quindi non è "solo" la paura di fare ulteriori danni cadendo, ma guidare con una spalla dolorante è un bl problema: "Ad Aragon è stato un po’ limitante, soprattutto nel giro secco facevo fatica a essere intenso, più che altro per la posizione. Poi è una posizione dove fa male ancora tanto, siamo ancora nella fase che è tanto infiammata, c'è tanto liquido e fa male; cioè è un male che più che altro è un po’ come se fosse livido. Non ti fa essere comodo, non ti fa essere in posizione come vorresti". Ma fermarsi non avrebbe avuto senso, o meglio, non avrebbe risolto nulla: "Diciamo che l'unico rischio che c'era in più era cadere di nuovo, però c'è anche qua a Misano. Quindi alla fine cambiava poco. Abbiamo valutato tutto quanto, mi sono fatto seguire dai migliori medici, fisioterapisti, osteopati e alla fine il rischio di peggiorare la situazione non c'è, l'unica cosa che può succedere è che la spalla esca di nuovo".
Un impedimento, quello della spalla, che getta qualche ombra anche sul proseguo della stagione, vale a dire quelle gare in cui l'anno scorso aveva fatto la differenza: "Sicuramente andiamo in piste che mi piacciono tanto, però allo stesso tempo siamo in una posizione un po’ diversa, soprattutto come pacchetto, rispetto all'anno scorso. Quest'anno la nostra moto ha veramente un gap, cioè, se non c’è una condizione particolare tipo Aragon, dove magari puoi fare la differenza, si fa fatica. Poi sono apertissimo a trovare quella condizione di nuovo! Assolutamente! Magari però dovremo chiedere un aiuto in più a Ducati per farci dire come far girare meglio la nostra moto".
E ad Aragon, in effetti, c'è stato qualcuno che con la Desmosedici 2023 ha fatto davvero la differenza. Marc Marquez ha saputo gestire meglio di tutti la moto in una condizione di scarsa aderenza, ma secondo Fabio, che ha anche visto la telemetria, l'unico vero "segreto" era proprio Marc: "Faceva, diciamo così, la sua specialità. Faceva tanto la differenza nelle due curve a sinistra, soprattutto alla 9, che sarebbe il sinistra del cavatappi in discesa che era un punto molto scivoloso. Lui lì riusciva a fare angolo ed era molto in fiducia sull'anteriore, quindi guadagnava sia nella parte in percorrenza che poi uscita. In tutte le curve a sinistra guadagnava sempre un po' e a fine giro la differenza era veramente enorme". Insomma, il presente di Fabio è definito dal problema alla spalla, ma da lunedì ci saranno a Misano dei test, potrebbe essere l'occasione per saggiare qualche anticipazione di 2025... "Ancora non lo so, domenica sera mi diranno se avremo qualcosa di particolare o no".