È stato senza dubbio uno dei rinnovi più discussi e commentati degli ultimi anni. Il ritrivato amore tra Yamaha e Quartararo sugellato da un anello da 12 milioni di euro, che fa di Fabio il pilota più pagato della MotoGP, ha fatto storcere il naso a molti.
Non tanto per la cifra in sé, che per quanto alta non è da record, quanto per il fatto che soprattutto nell'ultimo anno il pilota francese non ha perso occasione per lamentarsi della sua moto, del team, del metodo di lavoro e di tutto quanto possa essere criticato. Così alla notizia del rinnovo i social si sono scatenati, dandogli sostanzialmente del mercenario (che poi sarebbe bello sapere quanti non resterebbero nel criticato posto di lavoro di fronte a un aumento, ma sorvoliamo) e Quartararo ha deciso di tornare sui motivi della sua decisione in un'intervista a Canal+ ammettendo che "Anch'io, qualche mese fa, ero davvero pronto a partire per un'altra squadra".
I bene informati dicono che fosse avviata una trattativa con Aprilia, ma questo Fabio non lo dice, preferisce invece sottolineare gli sforzi di Yamaha e che è questo il motivo principale che gli ha fatto cambiare idea: "La Yamaha sta investendo moltissimo denaro per ottenere una moto migliore. Penso che sia uno dei pochi brand che investe così tanto in questo progetto. Già quest’anno vedremo alcuni miglioramenti. Penso che questa stagione sarà molto difficile, magari lotteremo per qualche podio ma penso che il lavoro che faremo adesso sarà molto importante per i prossimi due anni". In precedenza, Quartararo aveva accennato a "misure confidenziali" per spiegare il motivo della sua firma, viene facile pensare che i vertici Yamaha abbiano fatto vedere al pilota il budget di previsione, cosa che dovrebbe portare alla realizzazione di una moto vincente. Ma i motivi non sono solo economici: "Credo che la partenza di Márquez dalla Honda per la Ducati abbia svegliato molte persone in Yamaha. Hanno assunto molti nuovi ingegneri e stanno accadendo molte cose in Italia. La velocità con cui è possibile cambiare le parti è stata completamente trasformata".
Come dire, okay i soldi, ma non dimentichiamo il "fattore umano", investire cifre importanti per sviluppare una moto e poi trovarsi senza un top rider a cui farla guidare sarebbe un discreto autogol. In quest'ottica anche il compenso riservato al pilota acquista un significato diverso: "Credo - ha concluso Quartararo - che, come pilota, ho un valore e la Yamaha lo sa benissimo. Per me è un onore che un marchio come Yamaha investa su di me. Onestamente ho anche un ego, un orgoglio. Abbiamo vinto il titolo con la Yamaha ma poi, negli ultimi due anni, abbiamo toccato il fondo. Conta anche questo. Voglio tornare al top con il brand che mi ha dato l’opportunità di cambiare la mia carriera, con il brand che mi ha cambiato la vita". Insomma, premesso che i soldi sono sempre un ottimo motivo, alla fine ciò a cui punta Quartararo è tornare a vincere e, se possibile, farlo con il marchio con cui ha già vissuto annate spettacolari.