Ci ha provato, ma poi non c’è stata storia. Charles Leclerc aveva iniziato il fine settimana di Monza affermando di voler fare di tutto affinché potesse far valere la regola del “non c’è due senza tre”, ma in gara sono bastati i primi due giri per smontare ogni speranza di vittoria. Max Verstappen è scappato via, Lando Norris lo ha seguito e Oscar Piastri, dopo aver battagliato con il monegasco, lo ha passato all’esterno di Lesmo-1 annullando persino ogni chance di conquistare quantomeno l’ultimo gradino del podio. A fine gara, poi, ancor prima di ascoltarlo è bastato guardarlo per capire che, sullo stesso tracciato che la passata stagione lo aveva visto realizzare una magia, quest’anno più del quarto posto non sarebbe stato possibile fare.

Ascolta le domande e, con lo sguardo deluso e a tratti perso nel vuoto, risponde: “Non eravamo abbastanza veloci per stare con Red bull e McLaren, mentre eravamo solo un po’ più veloci della Mercedes e mi ha sorpreso: solitamente, quando c’è molto caldo, fanno fatica. Erano abbastanza vicini a noi”. In partenza ci ha provato, approfittando del caos generato dagli attacchi, e contro attacchi, di Verstappen ai danni di Norris, ma non è stato abbastanza: “I primi giri sono stati difficili per me nel portare in temperatura le gomme. Ho iniziato a scivolare e si sono surriscaldate molto velocemente, gestire tutto ciò ci è costato parecchio tempo. Oscar ha fatto un bel lavoro all’esterno di Lesmo-1, poi c’è stata una lotta normale: quando sono andato largo ho cercato di rallentarlo per poi prendere un po’ di vantaggio, ma non potevo fare altro, erano semplicemente più veloci specialmente all’inizio della gara. Pensavo che fossimo a posto, forse se fossi riuscito a tenerlo dietro poteva finire diversamente”. Un’ipotesi che, però, viene scartata dopo un attimo: “Non credo che il podio fosse possibile, ho fatto del mio meglio e non abbiamo commesso errori”.
Il messaggio è chiaro. Più di così non si può fare nonostante le buone premesse con cui era iniziato il weekend, dietro le quali, però, c’è un fattore che ha fatto la differenza: “Siamo stati molto veloci il venerdì, ma sapevamo di essere più vicini alla configurazione di qualifica rispetto agli altri e, infatti, siamo tornati alla realtà. Abbiamo massimizzato il weekend, Red Bull ha portato un pacchetto da basso carico aerodinamico che sembra aver lavorato molto bene. McLaren, invece, aveva un setup estremo e forse ha faticato un po’, noi siamo un po’ nel mezzo. Abbiamo fatto il massimo senza lasciare nulla sul tavolo, per adesso non abbiamo la macchina”. La risposta più dura, però, arriva solo alla fine: “Se mi sento meno confidente in merito alle possibilità di vincere una gara dopo oggi? Non lo ero nemmeno prima di oggi, quindi…Le sensazioni sono esattamente le stesse”.

Chi è parso più soddisfatto, invece, è stato Hamilton. Alla seconda gara davanti alla marea rossa Sir Lewis ha lottato, dimostrando forse quella grinta e quella positività che tante volte questa stagione sembrava essere venuta meno. E ai microfoni non lo nasconde, seppur il messaggio finale è esattamente lo stesso del compagno di box: “Sono davvero sollevato oggi e sono molto contento del recupero che ho fatto. Ho fatto un'ottima partenza. Inizialmente sono rimasto schiacciato tra due vetture e sono stato poi rallentato, ma poi sono stato contento della gestione di curva 1 e curva 4”, ha raccontato l’inglese. “Sono stato molto vicino a Russell e, col senno di poi, avremmo dovuto provare a fare l’undercut e non puntare ad allungare lo stint che non ha dato i risultati sperati. Penso che questo sia qualcosa da cui imparare. Tuttavia, riuscire a risalire al sesto posto dopo la penalità e fare una gara così solida oggi davanti ai tifosi è incredibile”.

Della gara è contento e lo si vede, ma quando il discorso passa alle ambizioni e alle aspettative in vista dell’ultima parte di stagione tutto cambia: “Non credo di avere la macchina giusta per lottare per il podio nel resto della stagione. Penso che oggi Charles abbia dato il massimo, come sapete. Max è andato fortissimo e non abbiamo il ritmo della Red Bull. Non abbiamo nemmeno quello della McLaren, quindi penso che siamo, più o meno, quarti, quinti. Se dovessimo riuscire a fare un lavoro eccezionale, forse riusciremmo a conquistare qualche podio qua e là. Penso che ci sia sicuramente la possibilità di farlo a un certo punto, ma un termini di puro ritmo, al momento, non ce l’abbiamo”. Sembra quasi mettere le mani avanti, ma in fondo la verità è solo una: con questa Ferrari per vincere serve un miracolo, mentre per il podio serve la perfezione. E, con un Mondiale così tirato, diventa davvero difficile.
