Ex team principal della Renault, oggi manager tornato ad essere impegnato nella Formula 1 di Stefano Domenicali, l'imprenditore italiano Flavio Briatore torna a parlare di Ferrari e futuro. Le scelte della rossa di Maranello hanno spesso, negli anni, lasciato perplesso Briatore, che non ha mai nascosto il proprio malcontento nei confronti della gestione della scuderia in Formula 1 in queste stagioni. "Troppi errori" aveva detto il manager piemontese nei mesi passati, criticando aspramente le scelte "poco politiche" della rossa, che in questi anni ha perso grande potere decisionale nel circus.
Briatore, che quest'estate è stato fotografato in vacanza in compagnia di Toto Wolff e del CEO di Liberty Media Domenicali, ha però commentato positivamente l'arrivo a Maranello del nuovo team principal della scuderia che in questo 2023 schiererà in pista Charles Leclerc e Carlos Sainz: "Nella Ferrari adesso c'è Vasseur che è un mio caro amico - ha detto nel corso dell'evento di Pitti Uomo allo stand di Suns Board dove insieme al figlio Nathan Falco ha presentato la nuova collaborazione - e speriamo che faccia bene alla squadra e a tutta la Formula 1".
Positiva quindi la prima impressione di Briatore, che da anni conosce il francese Frederic Vasseur, a sua volta impegnato nel mondo del motorsport da oltre tre decenni. Il manager italiano ha poi parlato del suo impegno in questa nuova Formula 1, che da due anni lo ha riaccolto all'interno del circus in una nuova e inedita versione: "Sono rientrato in Formula 1 da due anni, e il circus di adesso ha un appeal straordinario perché gli Stati Uniti sono un traino incredibile, mentre prima era molto difficile entrarci. Ci sono dei piloti giovani straordinari e fantastici, gente che ormai comunica con i media in modo diverso. Ci sono campioni straordinari come Max Verstappen, come Lewis Hamilton, come George Russell, un gruppo di giovani fantastici. E un gruppo di meno giovani come Fernando Alonso che, l'ho visto ieri, pesa 60 chili, e non l'ho mai visto così in forma neanche quando correva con me. Per cui la Formula 1 è spettacolo, andiamo in America e facciamo 500mila, 600mila persone".