Succedono tutte a lui. Ok, a Jack Miller avrà fatto sicuramente anche un po’ rabbia, ma sarà per il personaggio che è, a noi è venuto pure un mezzo sorriso. Perché dopo la caduta nella Sprint di ieri che gli è costata anche gli “straordinari come uomo delle pulizie nel box”, oggi Jack Miller ha rischiato letteralmente di cuocersi. E è passato sotto la bandiera a scacchi mezzo morto. Il motivo? Sono saltate le clip dalla carena della sua Yamaha M1 e dall’ottavo giro in poi l’australiano s’è ritrovato a guidare in condizioni per cui altri sarebbero tornati al box senza neanche stare a pensarci.
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“L'aerodinamica è fondamentale sulle MotoGP di oggi – ha raccontato - ho iniziato a fare fatica a girare e soprattutto a mantenere la velocità in curva, in particolare alla Quattro e alla Cinque, che inevece erano le due curve in cui mi sentivo meglio. Oltre a ciò, stavo letteralmente cuocendo perché tutto il calore del motore veniva dritto verso di me. Questo ha reso la gara ancora più calda e mi sono effettivamente bruciato la parte interna delle braccia cercando di tenere la carenatura in posizione sui rettilinei. Ma sono riuscito ad arrivare al traguardo. Ho perso alcune posizioni per questo motivo, ma ho tenuto duro e ho portato a casa alcuni punti. Nel complesso, è stato un fine settimana positivo. Siamo concentrati sulla costruzione di solide basi e continueremo a lavorare sodo".
Lavorare, quindi, come verbo da ripetersi all’infinito anche all’interno del box Pramac. C’è, infatti, la consapevolezza che la strada presa insieme a Yamaha è quella giusta e se si considera che Jack Miller oggi ha chiuso in undicesima posizione, diventa abbastanza facile ipotizzare che senza quel problema si sarebbe vista anche una Yamaha nella top 10. Con tutti i marchi, quindi, rappresentati nelle prime dieci posizioni. C’è un po’ di rammarico, quindi, per quello che è successo, ma c’è pure la certezza di un margine di miglioramento importante e non ancora espresso. “È un vero peccato che Jack abbia avuto quel problema con la carenatura – ha infatti detto Gino Borsoi dopo la bandiera a scacchi del GP della Thailandia - altrimenti il suo risultato avrebbe potuto essere significativamente migliore. Tuttavia, mentre tutto filava liscio, ha dimostrato di essere molto competitivo, mantenendo un ottimo ritmo che gli ha permesso di rimanere vicino ai primi. Questo è un risultato molto positivo”.
Morale da tenere alto, spunti positivi che non sono mancati e, magari, anche uno stimolo in più per Miguel Oliveira, che probabilmente non si aspettava un inizio così difficile per la sua nuova avventura con Pramac e Yamaha. “Alla fine – ha detto ancora Borsoi – anche Miguel ha fatto una buona gara. Anche Miguel ha fatto una buona gara se consideriamo una posizione di partenza non proprio ideale. Con il caldo torrido e bloccato nel mezzo del gruppo, non è stato facile salire in zona punti, ma ci è riuscito. Forse la sua scelta di gomme, che è stata diversa da quella di Jack, ha influenzato un po' la performance, ma non c'è certezza al riguardo. Nel complesso, è stato comunque un weekend positivo per noi. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e finire questa prima gara della stagione con entrambi i piloti in zona punti è un risultato più che meritato”.