Massimo Rivola è stato chiaro: “Sappiamo che i piloti correrebbero anche spezzati, ma Jorge Martin tornerà quando sarà il momento”. Poche parole, nette e decise, per spiegare che se anche Jorge Martin avesse pensato di provare a forzare i tempi dopo l’infortunio rimediato lunedì scorso in allenamento, non troverà l’appoggio della sua squadra. E’ andata così e brucia a tutti, ma adesso l’obiettivo principale è ritrovare la migliore condizione possibile e voltare definitivamente pagina. Anche se questo dovesse significare rimandare di un anno l’appuntamento con un sogno. E’ il consiglio che a Jorge Martin hanno dato tutti nella sua squadra e è il consiglio che gli hanno dato anche i colleghi e, su tutti, quel Marc Marquez che, forte dei suoi errori del passato, se ne è uscito con un imperativo categorico: “rispetta il tuo corpo”.
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Ora, però, a mettere definitivamente le cose in chiaro è stato anche il dottor Angel Charte. Il direttore sanitario della MotoGP ha avuto modo di parlare con il campione del mondo, raccontandolo come “preoccupato e devastato” per quanto accaduto nel corso di un allenamento che forse poteva essere evitato o, magari, affrontato con meno voglia di spaccare tutto. Perché a spaccarsi, e di nuovo, purtroppo, sono state le ossa del campione del mondo. “Martin ha riportato diverse fratture – ha spiegato Charte in una intervista esclusiva di As.com – A preoccupare di più è quella allo scafoide, perchè è un osso vascolarizza molto lentamente e molto male di solito. Se la guarigione non avviene correttamente, potrebbero verificarsi effetti collaterali per tutta la vita, come fastidio o disfunzione alla mano".
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Charte, quindi, ha ribadito che Jorge Martin dovrà armarsi di pazienza e basta. E che anche la sola ipotesi di provare a giocare in anticipo sui tempi di recupero è da non prendere in considerazione se si vuole davvero evitare di mettere a rischio una intera carriera. "L'operazione è riuscita – ha spiegato ancora il medico del Motomondiale – Tutto è andato alla perfezione, ma ora servono tempo e tanta attenzione. Dal punto di vista clinico, parliamo di tre mesi per questo infortunio. È dura per qualsiasi pilota: è come se qualcuno volesse scrivere una lettera d'amore ma non avesse un amore a cui dedicarla".
Jorge Martin, in verità, l’amore ce l’ha e è l’Aprilia col numero uno sul cupolino, ma un amore ancora più grande deve essere quello verso la possibilità di inseguire realmente, e con tutto in ordine, un sogno condiviso. "Ciò che preoccupa – ha ripetuto Charte - è l'evoluzione della frattura dello scafoide, che andrà sicuramente bene, ma ci vorrà del tempo. Martín è un pilota con grandi capacità mentali e fisiche, ma dovrà avere pazienza e capisco che a volte non è facile avere questa pazienza”.
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