Pecco Bagnaia lascia la Thailandia con due terzi posti, ventitré punti in saccoccia, quattordici di distacco dal compagno di squadra Marc Marquez che ha siglato un debutto perfetto. Per Pecco invece è stato un fine settimana da giocare in difesa, lo sapeva ben prima di arrivare a Buriram: "Dopo i test mi aspettavo qualcosa del genere, e chi non se l'aspettava deve ricontrollare un po' di cose" - ha dichiarato al termine della gara ai microfoni di Sky. Così al Chang International Circuit il 63 ha archiviato una tre giorni in cui ha limitato i danni, mentre cercava di imbastire un feeling con la GP25 che ancora non è del tutto sbocciato. Alla fine dei conti, Pecco ha fatto ciò che l'anno scorso gli avrebbe probabilmente consentito di vincere il titolo Mondiale: se nel 2024 avesse accettato di chiudere qualche gara in più tirando i fatidici remi in barca, oggi vedremmo ancora il numero 1 sul suo cupolino rosso. Oppure potremmo ribaltare la questione, dicendo che senza il 2024 non vedremmo un Bagnaia di oggi: sereno al termine di un weekend in cui è sempre stato piuttosto lontano dall'insidiare la prima posizione. In altre parole, siamo di fronte ad una versione ancor più matura, solida e consapevole del pilota che ha già vinto tre titoli mondiali.
Proprio nel post gara di Barcellona dello scorso novembre, mentre tutto il Team Ducati rosso si raccoglieva attorno a Pecco per rincuorarlo, lui sdrammatizzava: "Oh, l'anno prossimo arrivo sempre terzo e vinco il titolo, non me ne frega niente!". Ironia della sorte, il nuovo corso è iniziato proprio così, con due podi non belli, non spettacolari, non esattamente indimenticabili, ma pur sempre due podi il cui valore alla fine dell'anno potrebbe essere rivalutato. Un altro aspetto positivo riguarda lo stato d'animo di Bagnaia, che sceso dal podio di Buriram si è presentato alle interviste insoddisfatto ma complessivamente placido. "Secondo me non è una questione di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto - ha confessato - non sono contento, non sono soddisfatto in questo momento e se lo fossi non dovrei essere qui, perché il mio obiettivo non è quello di fare terzo. Però ci sono state diverse difficoltà, purtroppo siamo arrivati lunghi coi test, abbiamo dovuto finire venerdì e non sono riuscito a fare prove necessarie come quella della gomma davanti. Purtroppo abbiamo dovuto rincorrere tutto il weekend, in Argentina proveremo a fare il massimo e a chiudere questo gap, anche se non è una pista amica".
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Successivamente Pecco ha sintetizzato la situazione tecnica: "Ho visto un po' come guidavano gli altri due. Guadagnavo molto tempo ad Alex in entrata, ma poi perdevo in uscita, perché non riuscivo a trazionare molto bene. Marc invece staccava come me, ma poi accelerava alla grande. Quindi è stata questa la differenza, ma in generale dobbiamo puntare a capire come mai stia facendo fatica a trovare lo stesso feeling dello scorso anno con una moto molto simile alla GP24. Se Marc fosse stato sempre primo io probabilmente oggi avrei chiuso secondo, perché quando Alex ha condotto la gara è riuscito anche a far respirare un po' le gomme. Secondo me oggi Marc ne aveva nettamente di più e girava più forte di tre o quattro decimi al giro; avrebbe fatto tutta la gara davanti senza il problema delle pressioni. Invece Alex in generale girava un pelino più piano di me, ma comunque aveva dei punti chiave dove andava più forte e io non riuscivo a chiudere il gap".
Così si torna sul tema che avevamo trattato ieri, quello dei test invernali, in cui a Bagnaia è stato affidato un lavoro evidentemente diverso da quello che ha dovuto completare Marquez, più scarico di responsabilità sullo sviluppo e - per forza di cose - più pronto tecnicamente per spremere subito al massimo la GP25 in questo debutto stagionale. Tutto si potrebbe riassumere nello scambio di battute del retropodio, con Marc che ha commentato "io avevo capito sin dai test che la dura davanti non andava bene", e con Pecco che non si è lasciato sfuggire una replica secca: "Eh, io no, perché avevo troppe cose da provare". Un'ammissione cristallina che rende l'idea di come - nello spazio di pochi metri, tra l'angolo 63 del box rosso e il lato opposto in cui il 93 campeggia ovunque - l'impostazione della prima gara dell'anno sia stata differente. Questo però spiega solo in parte i quattro decimi al giro che Bagnaia incassava oggi nella prima parte di gara da Marquez (e che avrebbe probabilmente continuato ad incamerare se Marc non avesse avuto problemi di pressione) e non riesce a smorzare interamente le critiche di chi giustamente sottolinea come Alex sia arrivato davanti a Pecco in tutte le sessioni, con una moto meno aggiornata. È proprio la grande prestazione complessiva del fratello di Marc che ridimensiona il weekend del pilota di Chivasso: un fine settimana da bicchiere né mezzo pieno né mezzo vuoto, una campagna thailandese non da buttare ma nemmeno da rivendicare con orgoglio. Il giudizio su Pecco resta sospeso fino alle prossime gare, mentre lui non vede l'ora della primavera di Jerez e avvisa che anche tra le steppe di Termas De Rio Hondo ci sarà da soffrire. Acqua in bocca allora, siamo solo all'inizio.