Gli ultimi arrivati, in ordine di tempo, sono un mobiliere rumeno e un fondo texano. Dan Sucu, 61 anni, imprenditore di Bucarest, fondatore del marchio di arredamento Mobexpert, oltre che patron della squadra di calcio del Rapid Bucarest e con interessi nel mondo dell’editoria, ha rilevato la maggioranza delle quote (77%) del Genoa Cricket and Football Club, la più antica società italiana di football (fondata nel 1893). Per ora, ha fatto impazzire i social per la sua somiglianza con Gerry Scotti. Il fondo americano Presidio Investors (sede a Austin, in Texas), che opera in settori come assicurazioni, servizi finanziari, salute, media e tecnologia, fa il suo esordio nell’universo del pallone con il controllo dell’Hellas Verona.
Finiti i tempi dei magnati, come Silvio Berlusconi e i Moratti (Angelo e Massimo, padre e figlio), e dei presidenti ruspanti alla Costantino Rozzi e Romeo Anconetani, o del mitologico Angelo Massimino (“Alla squadra serve l’amalgama? Compriamola!”). Gli ultimi passaggi societari segnano il sorpasso delle proprietà straniere su quelle italiane. Sulla linea del Piave restano Juventus (anche se la Exor degli Agnelli ha sede in Olanda), Napoli, Lazio, Torino, Empoli, Lecce, Udinese, Monza e Cagliari. Gli invasori hanno conquistato Inter, Milan, Roma, Atalanta, Bologna, Fiorentina, Como, Parma, Venezia, oltre alle già citate Genoa e Verona.
Lasciamo agli analisti finanziari il compito di valutare gli investimenti. Certo, il tema della sostenibilità economica dei club è pari, se non maggiore, a quella dei risultati sportivi. Ma ai tifosi interessa, soprattutto, se la squadra vince, gioca bene, lotta per lo scudetto, conquista l’Europa, si salva senza patemi. Oaktree, Gerry Cardinale, Dan Friedkin, Rocco Commisso e gli altri padroni d’oltralpe passano in secondo piano rispetto ai vari Lautaro Martinez, Rapha Leao, Dusan Vlahovic, Paulo Dybala, Romelu Lukaku, che infiammano gli stadi. E le star di Hollywood allo stadio non fanno classifica. Al vecchio stadio “Sinigaglia” i ricchissimi fratelli indonesiani Robert e Michael Hartono (interessi equamente divisi fra partecipazioni in banche, centri commerciali oltre allo sport), proprietari del Como Calcio, hanno invitato – tra gli altri - Keira Knightley, Michael Fassbender, Adrian Brody e Hugh Grant. Ma la squadra lariana lotta per la salvezza.
“Il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti”, dice il vate Arrigo Sacchi. È storia, cultura, tradizione, conoscenza degli uomini. Le proprietà straniere di Inter e Atalanta hanno confermato i dirigenti (Giuseppe Marotta, la famiglia Percassi) alla guida sportiva della squadra. Risultato: scudetto della seconda stella per i nerazzurri di Milano, trionfo in Europa League per quelli di Bergamo nella scorsa stagione. E oggi entrambi ai vertici in tutte le competizioni. Milan e Roma, al contrario, hanno cambiato (e molto) senza gli effetti sperati (e auspicati). Si dibattono nel caos, fra crisi e contestazioni. Lo striminzito successo a Verona dei rossoneri ha assicurato solo il panettone al tecnico Paulo Fonseca. Grafici e algoritmi possono aiutare, ma non bastano. Poi, la palla comincia a rotolare…