“Una vita per le due ruote”. L’hanno intitolato così lo speciale realizzato da Telenord con Carletto Pernat che andrà in onda domani e in cui l’eclettico manager genovese torna a raccontare la sua vita in giro per il mondo sempre nel segno delle motociclette. “Oh, non parlate di intervista testamento – scherza nella solita chiacchierata telefonica – però sì, mi piace dare la notizia di questa iniziativa fatta con Telenord perché per me è un po’ un modo per restituire qualcosa a Genova. E’ la mia città e, almeno a lei, sono rimasto sempre fedele anche se la vita mi ha portato a prendere qualche migliaio di aerei, quindi m’ha fatto molto piacere quando mi hanno proposto di esserci in questa serie di interviste a personaggi genovesi che in qualche modo si sono distinti”.
Stai diventando un tenerone?
Per la mia Genova lo sono sempre stato. E poi ci sta che, quando ci si ferma, si abbia voglia di raccontarsi. Anzi, se ne ha finalmente anche il tempo
Stai parlando da pensionato che s’è messo l’anima in pace?
L’anima in pace l’ho sempre avuta, però non mi sento un pensionato. Mettiamola così: sono un diversamente impegnato e ho un po’ più tempo anche per guardarmi indietro, ripensare e raccontare.
Scherzi a parte, come stai?
L’enfisema è lì e nessuno me lo toglie. Però mi sto curando, sto cercando di fare una vita più accorta e, come ho detto, mi godo Genova, la partitina a carte con gli amici e quelle cose lì che prima potevo fare molto meno. Ogni tanto vado un po’ in affanno, soprattutto quando cammino troppo o faccio qualche sforzo, però sto, in linea di massima, meglio dell’ultima volta che ci siamo sentiti.
Come è stato il primo anno di Motomondiale tutto alla TV?
Mi piace come raccontano le corse in Italia, poi qualche volta sono stato anche in collegamento e viverla così, sempre da lontano, è stata una esperienza sicuramente nuova che ha avuto il suo perché. Poi, certo, se penso che non sono potuto andare neanche al Mugello o a Misano mi dispiace, perché comunque mi sarebbe piaciuto riabbracciare gli amici di tutta una vita e scambiare qualche parole con quelli del paddock. Ci riproverò l’anno prossimo, dai.
A proposito di Motomondiale in TV, che succederà con i diritti? Cambierà qualcosa secondo te?
Non so quanto sia Dorna a decidere ancora e quanto, invece, peserà l’influenza di Liberty Media, ma si è nella solita fase delle trattative e quindi non è che ci siano grosse previsioni da fare. Sicuramente Dorna, Sky o chiunque altro potrebbe essere interessato ai diritti del Motomondiale staranno facendo le loro valutazioni. A me se restasse tutto con me, quindi con Sky a raccontarci la MotoGP, non dispiacerebbe.
E secondo te che MotoGP ci sarà da raccontare l’anno prossimo?
Una MotoGP in cui Ducati non potrà dormire sonni tranquilli: signori, Aprilia è arrivata. Anzi, non è solo arrivata, ho l’impressione che abbia messo anche la freccia. E’ vero che se guardiamo la classifica generale s’è piazzato secondo un altro pilota Ducati, ma Alex Marquez guidava una GP24 e, stando a quello che s’è visto, mi viene quasi da dire che l’Aprilia RS-GP di quest’anno è una moto migliore della Desmosedici di quest’anno. La differenza, parliamoci chiaro, l’ha fatta Marc Marquez. Se l’anno prossimo basterà, però, non lo so e non per una ragione sola.
Per quante?
Almeno tre. La prima è come sta Marc Marquez: quel braccio ha passato di tutto e per quanto tutti giochino a tranquillizzare, il suo non è un infortunio da trascurare, visto appunto il pregresso con cui fa i conti. Anche osservando le facce in Ducati a Valencia m’è sembrato di vedere una certa preoccupazione, spero di sbagliarmi. In secondo luogo c’è la questione tecnica: la Desmosedici ha raggiunto la sua massima espressione di sviluppo e quando è così si rischia, per trovare qualcosa che permetta di spremerla ulteriormente, di compromettere tutto. E la terza è, come ho detto, l’arrivo di tutti gli altri e il potenziale che anno.
Tutti gli altri o solo Aprilia?
Leggevo qualche giorno fa una intervista a Aleix Espargarò che raccontava quanti e quali investimenti ha fatto Honda. Dobbiamo renderci conto che lì, se vogliono, hanno abbastanza soldi per fare in pochi mesi quello che altri farebbero in cinque anni, ma su Honda ci torniamo dopo, tanto è sicuro che mi farai pure la solita domanda sul mercato. Anche KTM, pur nella tremenda confusione in cui si trova a navigare, è tecnicamente cresciuta e ha un Pedro Acosta che è un po’ come Marc Marquez: riesce a metterci di suo ciò che manca. E’ vero che rischia di restare l’eterna promessa della MotoGP, ma se KTM troverà gli investitori che gli garantiranno di portare avanti il progetto, la base tecnica per fare bene c’è già tutta. Il dramma, per ora, lo vedo solo in casa Yamaha. Per loro vale il discorso di Honda, visto che comunque è un colosso industriale con risorse praticamente illimitate, ma lì c’è un progetto tutto nuovo e che è rivoluzionario, quindi ci vorrà per forza di cose del tempo. In Yamaha, poi, si sono fatte anche scelte che capisco poco, tipo Toprak. Lo fai debuttare nell’anno in cui poi, da quello successivo, cambierà tutto? Rischia di acquisire automatismi che poi si porterà dietro quando magari non serviranno più e potrebbero servire, invece, quelli acquisiti negli anni della Superbike.
All’Aprilia dedichiamo un paragrafo a parte?
Per forza di cose, hanno fatto un lavoro impressionante. Guarda che non è facile quando si è relativamente piccoli e quando fai i conti per un anno intero, sin dal giorno zero, con tutto quello che è capitato al pilota di riferimento. Anche Marco Bezzecchi che è venuto fuori così è sì merito del ragazzo, ma evidentemente la quadra ha saputo dargli tutto quello che serviva per far sbocciare il talento che è. Ma hai visto che razza di pilota è diventato Marco Bezzecchi? Che fosse forte si sapeva, ma che potesse essere così forte francamente è sorprendente. E’ cresciuto in una maniera incredibile, gli vedi quella serietà negli occhi, quella voglia di lavorare e migliorare che in tanti anni nelle corse ho visto in pochissimi. E se ti faccio i nomi di quei pochissimi ti spaventi, perché parliamo di gente che ha scritto la storia. Non possiamo dimenticare, poi, che in Aprlia c’è quel Fabiano Sterlacchini che era il figlio diletto di un certo Gigi Dall’Igna. Sì, si tocchino tutto quello che è giusto toccarsi, ma questi sono pronti per giocarsi veramente un titolo mondiale. La prova è come è venuto su Fernandez: quel ragazzo era praticamente spacciato e invece ha ottenuto quello che ha ottenuto.
Jorge Martin?
Possiamo solo augurargli il meglio, che gli vuoi dire? Certo, non sarà facile azzerare tutto e ricominciare, ma è l’unica cosa che si può fare. Spero solo che nella sua testa non si sia infilata la paura e che gli riesca ciò che è riuscito a Marc Marquez: rinascere letteralmente.
Sempre in Aprilia?
Sai che secondo me lui non vorrà andare via? Aspettandolo in quel modo, accogliendolo anche quando faceva i capricci, probabilmente lo hanno messo nelle condizioni di capire che se c’è un posto che ha qualcosa in più sul piano umano, quel posto è proprio l’Aprilia. Non mi sorprenderei se rinnovasse in fretta.
Oppure che destinazione vedresti per lui?
La suggestione è uno scambio con Pecco Bagnaia, ma è, appunto, una suggestione
Credi davvero che Ducati e Bagnaia potrebbero andare avanti insieme anche oltre il 2026?
Secondo me Bagnaia non vorrà mai altro che una Ducati, l’ha anche detto a Valencia che vorrebbe chiudere la carriera con quei colori lì. E’ chiaro che un’altra stagione così sarebbe impensabile perché, se succedesse, logorerebbe definitivamente ogni rapporto tra il pilota e la squadra, ma attenzione: a Ducati serve un campione. O, comunque, rischia di doversene garantire uno.
Cosa vuoi arrivare a dire?
Che non è così scontato che Marc Marquez vestirà i colori di Ducati nel 2027. Sul cuore di Marc Marquez c’è scritto Honda e Alberto Puig farebbe qualunque cosa pur di riaverlo nel box. Se la Honda crescerà ancora un po’ tecnicamente, io credo che dal Giappone arriverà una qualche offerta di quelle che valgono la finanziaria di un piccolo stato. E che Marc Marquez non ci penserà due volte se avrà la garanzia di trovare una moto competitiva. Pensaci bene, è una cosa che potrebbe piacere da matti anche ai nuovi padroni della MotoGP, visto che Liberty Media punterà da matti sulle narrazioni. Sai cosa mi fa sorridere? Pensare che nel box di Honda, nel 2027, potrebbero esserci Marc Marquez e il fratello di Valentino Rossi. Perché sarà anche vero che Luca Marini non è un super fenomeno, ma è l’uomo perfetto per Honda e quindi difficilmente gli faranno trovare le porte chiuse quando ci sarà da rinnovare. Inoltre, sempre Liberty Media vorrebbe un grande campione per ogni marchio, quindi da Honda qualcuno dovrà pur andarci.
Non Fabio Quartararo o Pedro Acosta?
Se Honda avrà mezza possibilità di bussare alla porta di Marc lo farà e guarderà verso altri se e solo se la porta di Marc non si aprirà. Quanto a Fabio Quartararo, purtroppo, lo vedo un po’ prigioniero di Yamaha. E’ vero che lui dice che si guarderà intorno se la moto non sarà subito competitiva, ma intorno dove? Io sono stracerto che i telefoni dei manager della MotoGP stanno già facendo il fuoco per il 2027 e non certo da adesso. Pedro Acosta, ad esempio, lo vedo già su una Ducati, probabilmente quella tutta gialla.
Alex Marquez in tutto questo?
Se Pedro Acosta saluterà davvero KTM e, soprattutto, se KTM risolverà i suoi guai, credo che è proprio su Alex Marquez che punterebbe. E non dimentichiamoci, comunque, Enea Bastianini: è stato sfortunatissimo nelle fasi più cruciali della sua carriera, ma quel ragazzo lì ha davvero niente da invidiare a quelli che vengono definiti top rider.