"Per me la Ferrari resta sempre la Ferrari: è la squadra che mi ha permesso di vivere il mio sogno". Inizia così, Francesco Cigarini. Lo storico tecnico del box di Formula 1 che per più di 22 anni ha seguito il circus con la Scuderia di Maranello ci tiene a mettere le mani avanti prima di parlare del Cavallino. Ce lo aveva già raccontato, nel corso di un'intervista rilasciata a MOW nel 2022, e vuole ripeterlo anche adesso, a due anni dal suo addio a Maranello: "La Ferrari è il mito. Chi ci lavora non è Ferrari, è qualcuno che serve il mito facendo del suo meglio, come ho sempre cercato di fare io". Perché le persone cambiano, arrivano, vincono, perdono, se ne vanno. Ma la squadra, il nome, il sogno: quelli restano.
Per lui, 22 anni in rosso, partire dall'amore è fondamentale. Lo chiamiamo per farci dare una sua opinione su quello che sta succedendo in questo periodo in Ferrari, sulle tante polemiche che hanno accompagnato prima l'addio di Mattia Binotto e poi la nuova gestione di Fred Vasseur, con i licenziamenti, le speculazioni, le domande sul futuro. Come vive la squadra un momento del genere? Quanto questa pressione pesa sulla testa del team? E quanto tempo ci vuole prima di far funzionare un ingranaggio complesso come quello del GeS? Ecco che cosa ci ha raccontato.
Ciao Francesco, 22 anni a Maranello e due lontani dalla Formula 1. Come stai oggi?
Ci ho messo un po' di tempo ad abituarmi all'idea di essere uscito dal "frullatore" della Formula 1, ma ora sto bene. Lavoro ad un progetto interessante, anche se devo ammettere che sento la mancanza del motorsport, ma sono felice di essere vicino a casa e soprattutto di poter vedere crescere mio figlio. Ora mi godo la Formula 1 da spettatore.
E, da spettatore ma da ex membro del team, come vedi la situazione Ferrari in questo momento?
Io credo che il cambiamento in questa fase sia più che normale. Se passi dall'essere in un gruppo con un team principal che ti conosce, che apprezza il tuo lavoro e che negli anni ha costruito con te un rapporto, ad un ambiente "nuovo" con un nuovo capo, nuove regole e nuove gerarchie... è normale che a qualcuno possa non andare bene. Il modo di porsi di Vasseur è sicuramente diverso da quello che aveva Binotto, i meccanismi all'interno della Scuderia sono cambiati perché per forza di cose non c'è più un rapporto confidenziale o di fiducia come invece poteva esserci con un team principal che era all'interno dell'ambiente da oltre 20 anni. E poi ovviamente Vasseur è arrivato con un ruolo ben diverso...
In che senso?
Lui deve capire che cosa non va e chi non va. Un po' "inquisitore" se vogliamo, per analizzare i problemi che ci sono stati e capire come risolverli. Da lì l'atteggiamento non è quello confidenziale ma, almeno per il primo periodo, è quello di studio, di analisi.
Quindi gli addii che stiamo vedendo in questo periodo sono principalmente dovuti a questo "non ritrovarsi più" nel progetto Ferrari?
Credo di sì perché chi si sentiva davvero parte del progetto precedente adesso vacilla, come tra l'altro ha detto lo stesso Vasseur: un cambio ai vertici porta naturalmente a degli addii, non c'è niente di strano. Il problema è quando queste dinamiche interne vengono gettate in mano alla stampa...
Certo, così nascono le speculazioni e aumenta la pressione. Ma, dentro al box, questo tipo di dinamiche si sentono? La pressione di una situazione come quella che sta vivendo in questo momento la Ferrari si fa sentire?
Sì, decisamente. Infatti credo che Vasseur dopo il Bahrain abbia radunato tutti per rassicurarli un po'. La pressione in Formula 1 è molto alta e in Ferrari lo è sempre di più rispetto a tutte le altre squadre. Quando si cambia il periodo di assestamento è più che normale, se però viene esasperato così tanto poi ogni mossa e ogni cambiamento diventano inutilmente motivo di notizie. Anche perché in Ferrari il tempo per lavorare senza fretta non c'è mai, purtroppo. È vero, non vince da 16 anni, ma ogni volta con un nuovo progetto è come iniziare da zero. Però secondo me bisogna restare positivi in questo momento, i mondiali come ha detto Vasseur non si vincono alla prima gara...
Secondo te c'è spazio per giocarsi il mondiale?
Questo non lo so ma quello che ti posso dire è che anche se la macchina sarà leggermente inferiore rispetto all'avversaria per il titolo lo sviluppo della squadra si vedrà da un altro fattore: se come team riusciranno a sfruttare ogni opportunità che avranno a disposizione, crescendo sempre e non perdendosi lungo la strada, allora saranno sulla via giusta. E devono farlo partendo già da Jeddah.
Questo clima secondo te potrebbe portare Leclerc a scegliere, dopo la fine del suo contratto nel 2024, un'altra squadra?
Secondo l'arrivo di Vasseur per lui è un'ottima cosa, perché si conoscono e hanno già lavorato insieme. Si piacciono, si capiscono, hanno un obiettivo comunque. Charles ha già detto in tutti i modi possibili che vuole diventare campione del mondo con la Ferrari quindi se continuerà a credere nel progetto difficilmente lascerà Maranello, ovviamente se invece il progetto dovesse andare in una direzione diversa lui sarebbe in qualche modo costretto a cercare di andare a vincere altrove. Ma la vedo come un'opzione molto remota al momento. Credo che Stefano Domenicali abbia detto recentemente una cosa molto giusta sulla Ferrari, che andrebbe presa come esempio per tutti...
Ti riferisci all'intervista in cui Domenicali ha detto che nella Formula 1 di oggi "dire siamo la Ferrari non basta più"?
Esatto. Stefano ha passato in Ferrari sia anni belli che anni molto bui, prendendosi poi le sue responsabilità. Conosce l'ambiente e le dinamiche che lo muovono e sentirlo dire "essere Ferrari non basta più" dovrebbe essere di grande lezione a tutti. Non basta il nome, non basta vantarsi del Cavallino. Bisogna rispettarlo, capire un ambiente che evolve in fretta come quello della Formula 1 e non sedersi sugli allori della Ferrari. Devi proprio tirare una riga e pensare di ricostruire un progetto per tornare a vincere. Con umiltà e con rispetto per la storia di questo marchio.