Puoi essere nessuno e fare il prezioso o addirittura il caz*one. Oppure puoi essere quello che ha scritto la storia delle corse e ha raggiunto record a cui mai più nessuno potrà anche solo avvicinarsi e prestarti a una chiacchierata neanche preannunciata nel bel mezzo di un lunedì d’ottobre. Ecco, prestarsi è esattamente ciò che Giacomo Agostini ha fatto ancora una volta con noi di MOW che gli abbiamo rotto le scatole non solo per chiedergli su chi scommetterebbe un Euro tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin a quattro gare dalla fine della MotoGP 2024.
La verità? Non scommetterei, mi rimetterei l’Euro in tasca e starei a guardare perché una cosa è certa: questi due ci faranno divertire da matti fino all’ultimo e secondo me ci sarà da stare appiccicati alle tv fino all’ultima curva del GP di Valencia.
Ma così non vale…
Ma sì che vale! Perdere non mi piace mai e fare un nome adesso significherebbe rischiare seriamente di perdere, perché non c’è un favorito. E è bello così. Sono piloti molto diversi, ma entrambi meriterebbero di vincere, però il bello e pure il brutto delle corse è che vince uno solo.
Allora giriamo la domanda: quali sono le caratteristiche che potrebbero far vincere Jorge Martin e quali quelle che potrebbero far vincere Pecco Bagnaia?
Martin è un esplosivo, un pilota che in termini di velocità pura non ha nulla da invidiare a nessuno. E’ giovane, ha entusiasmo, grinta e rispetto anche allo scorso anno sembra molto maturato e meno propenso all’errore oltre a avere dieci punti di vantaggio, che sono pochi ma sono comunque qualcosa. Pecco è altrettanto veloce, ma in maniera diversa e sicuramente potrà contare sull’esperienza, sul fatto di aver sentito già questa pressione e averci fatto i conti: è molto analitico e attento. L’ho già detto: in questo momento è impossibile far pendere il pronostico da una parte rispetto che dall’altra. Un conto è fare un pronostico a metà stagione o dopo le prime gare, un altro è farlo adesso quando le variabili possono essere decisamente tante. In questo momento qui può davvero capitare di tutto e un ruolo significativo lo giocheranno gli errori: chi sbaglierà adesso la pagherà il doppio.
C’è chi dice che questo mondiale l’hanno già vinto entrambi e ora c’è solo da capire chi dei due lo perderà…
E’ un po’ un gioco di parole: non fa per me. Io dico che lo vincerà quello che farà abbastanza punti per chiudere davanti all’altro: alla fine c’è poco da inventarsi. Certo è che a quattro gare dall’ultima bandiera a scacchi e con la gran pressione che entrambi sicuramente sentiranno, anche se ognuno a modo suo, le possibilità di un errore sono molte, ma vale comunque per tutti e due. A questo punto non conta più neanche stare a capire chi è il favorito su una pista piuttosto che su un’altra perché quando si arriva a quattro gare dal termine così vicini saltano un po’ tutti i calcoli. Per loro sicuramente no, ma per tutti noi che seguiamo le corse è sicuramente molto avvincente.
Come vive un pilota questi momenti qui?
Sono atleti molto più di quanto lo siamo stati noi ai nostri tempi e in ogni caso è soggettivo. Chi dice che non ci pensa di sicuro mente, perché il pensiero ce l’hai sempre lì di continuo, la differenza la fa il modo di gestire questo pensiero fisso. Non so come la gestisce Martin, ma penso che Pecco in questo sia un po’ simile a me come approccio.
Cioè?
Io cercavo di restare più freddo possibile davanti alle emozioni, ma senza rifuggire il pensiero di cui parlavo prima. Tanto sarebbe stato impossibile riuscirci. Però piuttosto che cominciare a fare mille ipotesi o ragionamenti sul quello che poteva essere e non era stato cercavo di occupare la mente ripassando passo passo tutto quello che dovevo fare, anche le cose più semplici. In questo modo riuscivo a restare un po’ più distaccato e comunque concentrato.
Dormiranno?
Devono dormire: fa parte delle cose importanti da fare
Tempo fa dicevi che per il pilota di una squadra privata è quasi impossibile pensare di vincere un titolo mondiale contro il pilota ufficiale…
Era così e è stato così fino a pochissimo tempo fa. Ora, però, come facciamo a dire che Jorge Martin non è un pilota ufficiale? Ha la stessa moto e lo stesso trattamento degli ufficiali, anche se i colori sono diversi. E poi è in un team che non è certo l’ultimo arrivato e che ha nulla da invidiare a una struttura ufficiale, anzi.
Quindi pensi che potrebbe davvero succedere di vedere il numero 1 sul cupolino dell’Aprilia l’anno prossimo?
Sì, ormai certo che può succedere. Se facciamo un discorso generale sulle possibilità è chiaro che è più facile che vinca una squadra ufficiale, ma per come è andata la stagione e per quella che è la situazione oggi non c’è neanche da farsi sfiorare dal pensiero che Ducati possa fare qualcosa per indirizzare il mondiale. Oggi Jorge Martin è un pilota Ducati e Pramac è un team Ducati, se vinceranno avrà vinto Ducati. Se poi questo significherà vedere l’1 sull’Aprilia l’anno prossimo vorrà dire che a Borgo Panigale avranno una motivazione in più per riportarlo sul cupolino di una delle loro moto.
A proposito di Pramac, Paolo Campinoti ha recentemente dichiarato che Ducatiper Marc Marquez ha rinunciato alla sua squadra di riferimento e a due, se non tre, giovani piloti velocissimi. Giacomo Agostini l’avrebbe fatto?
Sono scelte. Ducati aveva già il campione del momento, che è Pecco Bagnaia, e poi ha avuto la possibilità di avere anche il più titolato tra i piloti in attività. Se hanno sbagliato o no lo dirà il tempo. Ci sono situazioni in cui ogni scelta è sia giusta che sbagliata e bisogna solo prendere una strada piuttosto che un’altra. Egoisticamente, però, ti dico che avremo un mondiale sicuramente più equilibrato.
Pensi che Jorge Martin con Aprilia e Enea Bastianini con KTM potranno mettere realmente in pensiero le Ducati?
Ogni stagione è una realtà nuova, quindi vedremo. Di sicuro, almeno sulla carta, ci sarà più equilibrio visto che fino alla fine di quest’anno avremo tutti i migliori piloti sulle migliori moto, mentre dall’anno prossimo faremo i conti con una sorta di redistribuzione del talento. Magari ci sarà più battaglia e quindi ancora più spettacolo e tra dodici mesi, a quattro gare dalla fine, sarai qui a chiedermi su chi butterei il mio Euro non tra due piloti, ma tra quattro.
L’anti Ducati sarà più Aprilia o più KTM?
Anche qui è difficile rispondere. Se guardiamo i risultati del 2024 Aprilia è l’unico marchio che ha vinto oltre Ducati e quindi ti dico Aprilia, anche se lì vedo tanta incostanza, che però potrebbe dipendere pure da due piloti pronti a salutare, uno per smettere e l’altro per accasarsi altrove. KTM forse è stata più costante, ma comunque meno vincente e se andiamo a guardare la differenza lì l’ha fatta Pedro Acosta. Sul mercato hanno fatto di sicuro dei gran colpi sia Aprilia che KTM.
E le giapponesi?
Torneranno. Non è credibile che stiano là dietro ancora a lungo. Parliamo di colossi che vendono una quantità di moto al giorno che non è neanche immaginabile per Ducati, Aprilia o per la stessa KTM. Hanno la forza economica per colmare il gap tecnico in un tempo di gran lunga inferiore a quello che si potrebbe pensare, ma è chiaro che un minimo di tempo gli ci vorrà. Forse in questo momento Yamaha sembra più su un binario definito e dentro un percorso scelto, ma credo che anche Honda a breve farà tutte le sue mosse. Qualcosa giàsi è visto. Anche perché il cambio di regolamento del 2027 rimetterà un po’ tutti sulla stessa linea e quindi diventerà una occasione per chi è rimasto indietro.