"Contro il cancro non ci combatto sennò perdo, è un compagno di viaggio indesiderato. Quello che so è che mi sono preparato bene, mi hanno passato la palla come si fa a un attaccante, devo soltanto fare gol”. Gianluca Vialli ha riscritto il concetto di vivere la vita, ha scoperto di avere paura e di essere forte. Oggi compie 57 anni, ma gli ultimi tre sembravano eterni. Un lungo calvario fatto di operazioni, chemio e radioterapie. Di perdite di peso e profondo sconforto. Gianluca Vialli amava fare lunghe camminate, giocare a calcio e a golf, viaggiare per divertimento, lavoro o per tornare a Cremona, dalla famiglia. Una vita in continuo movimento.
Gianluca Vialli era in forma, neanche si preoccupava di quel fastidio al polpaccio durante un allenamento di routine: “Dopo due operazioni i morsi non smettono, sono carico di farmaci, sento i crampi allo stomaco, vomito, sono in preda alla nausea. La risposta me la dà la risonanza magnetica, Luca hai un cancro al pancreas” ha raccontato nel libro Goals. Quando un uomo di sport come lui si rende conto di far far fatica anche a stare in piedi non deve essere proprio piacevole. Fisicamente già debilitato, la parte peggiore è poi quella mentale. Come si fa ad andare avanti? “La mia vita è diventata un’immensità di effetti collaterali che mi vengono scagliati addosso come proiettili. Sono sorpreso di provare vergogna, quasi come se quanto successo fosse colpa mia. Però mi sento grato, mi ha dato l’opportunità di riflettere e di riorganizzare la mia vita dal punto di vista spirituale”.
Vederlo lì, seduto dietro a Roberto Mancini a fargli da angelo custode è bellissimo. Per tutto. Loro che hanno condiviso quarant’anni di amicizia e che adesso si trovano insieme davanti alla più grande rivincita sportiva della loro carriera. Perché nonostante due Scudetti, una Coppa dei Campioni alzata da capitano della Juventus quella finale a Wembley in maglia blucerchiata non ha mai smesso di bruciare. Vialli simbolo di un’Italia che lotta e attacca, unita verso un obiettivo comune. Come ha fatto lui con la malattia. E gli abbracci con la squadra, il Mancio e noi tifosi lo dimostrano. Gianluca Vialli è l’albero della vita che con le sue radici tiene vivi tutti quelli intorno a lui. È pura positività.
Come le frasi che ogni giorno scriveva per dialogare con la paura, quella vera che ti fa piangere in bagno da solo. Gianluca Vialli durante la convalescenza ha deciso di dedicare anima e corpo a una nuova routine quotidiana da seguire. Meditare sui dettagli piacevoli della vita, in particolare sulle frasi: “Scrive su una serie di post-it gialli le frasi che mi colpiscono e mi portano a andare avanti, lo faccio una volta al giorno. Sono la mia corazza, la mia forza spirituale”. Frasi sulla vita, sul non mollare mai nonostante le difficoltà, sui sogni e la felicità. “La vita è composta per il 10% da ciò che mi succede e per il 90% dal modo in cui io reagisco”, “Gran parte della nostra felicità dipende dal modo in cui scegliamo di guardare il mondo”, “I mari calmi non hanno mai formato un marinaio esperto”. Parole di personaggi illustri come Michael Jordan, Franklin Roosvelt , Nelson Mandela e Mohammed Alì. E ancora: “Senza il tuo consenso nessuno può farti sentire inferiore”, “Allenati come se non avessi mai vinto, gareggia come se non avessi mai perso”, “Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando distogli gli occhi dalla meta”. Tanti auguri caro Gianluca, a te che ci hai insegnato il senso della vita mandando affanculo quel tremendo compagno di viaggio che non voleva andare via. Se ci siamo innamorati nuovamente di questa Italia, il merito è tuo.