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Gigi Dall’Igna: “Faccio fatica a capire la Yamaha. Il podio? Meglio stare coi piedi per terra”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

27 marzo 2021

Gigi Dall’Igna: “Faccio fatica a capire la Yamaha. Il podio? Meglio stare coi piedi per terra”
Gigi Dall’Igna si racconta a Paolo Ianieri per la Gazzetta dello Sport alla vigilia del GP del Qatar, dove le sue Ducati sono date per favorite. Dall’Igna, comunque, prova a frenare gli entusiasmi, e avvisa che assieme a Miller per il campionato ci saranno Morbidelli, Mir e Marquez. Che tornerà quello di sempre

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

La MotoGP 2021 è cominciata e le Ducati sono subito davanti. Non una vera sorpresa, ma quantomeno una conferma. Solo la Yamaha, nel primo giorno di libere, è riuscita ad impensierire le rosse di Miller e Bagnaia, ma sul lungo rettilineo di Losail le Desmosedici hanno ancora un vantaggio importante. Paolo Ianieri ne ha parlato con Gigi Dall’Igna, Direttore Generale di Ducati Corse, per la Gazzetta dello Sport. Ecco i passaggi più interessanti.

Non si può cominciare da un altro tema: le Ducati sono andate fortissimo già dai test, ma dopo le prime sessioni di prove libere il (nuovissimo) team ufficiale si è confermato come la squadra da battere: “Pensare di aver già vinto sarebbe una stupidaggine enorme - ha confessato Dall’Igna - finora abbiamo fatto solo dei test, che sono andati bene, e una buona prima giornata, ma tra test e gara la differenza è sempre enorme. Meglio tenere i piedi per terra. Sono troppo scaramantico per pensare già al podio, anche se un ingegnere non dovrebbe esserlo. Da giovane infatti non lo ero, e prendevo in giro tutti. Poi, non so se invecchiando o perché questo lavoro un po’ ti “baca”, ma lo sono diventato un po’ anch’io. Quindi evito qualsiasi dichiarazione”.

Ad ogni modo Dall’Igna sa bene di avere la moto da battere sul circuito di Doha, anche se aver svolto i test proprio su questo circuito non è stata una fortuna: “Abbiamo la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. E speriamo che in questi giorni a casa le decisioni che abbiamo preso siano state le migliori. A Losail dal 2015 siamo sempre andati bene, per questo fare test e sviluppo qui non è il massimo. Avremmo preferito andare dove siamo sempre stati in difficoltà. Ma i commenti dei piloti dicono che abbiamo apportato migliorie, da valutare però su altre piste”.

Il ricambio dei piloti ha fatto bene alla squadra, e sembra che nel box Ducati si respiri un clima più disteso: “Questo è vero. Prima di tutto ci sono i tre debuttanti, e i giovani portano sempre una ventata di aria fresca. Credo che ce ne fosse bisogno alla Ducati e loro tre hanno giocato un ruolo importante. Le relazioni umane dentro il sistema, comprendendo anche il team ufficiale, sono estremamente positive”.

Jack Miller e Pecco Bagnaia, comunque, sono in ottima forma: “L’anno scorso Jack ha fatto uno step importante nel finale, ed era importante ripartire da lì. Mi sembra che lo abbia fatto, ora me lo aspetto in gara. Ho visto Pecco veramente bene, consapevole delle proprie possibilità. Quando ha voluto provare a fare il tempo, lo ha fatto con apparente facilità. Finora ha fatto le cose giuste, resta la più difficile, ripetersi in gara”.

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Tra gli altri costruttori invece, Dall’Igna ha visto una crescita in Yamaha: “Credo che abbiano fatto un passo avanti, portando soluzioni interessanti. Dagli altri ho avuto meno sensazioni positive, ma nei test dipende molto dal lavoro fatto, che è prevalentemente di selezione del materiale e di nuove idee”.

Nonostante una partenza in salita, Marc Marquez resta il riferimento: “Marquez resta Marquez - ha dichiarato Dall'Igna - spetta agli altri piloti trovare il modo di batterlo. Il rivale più pericoloso? “Ne metterei tre: uno è Marquez, l’altro è Mir, perché è il campione in carica e poi Morbidelli. L’ho visto maturato e cosciente dei propri mezzi”

Non manca poi una frecciatina alla Yamaha, che ha dato a Franco Morbidelli una moto meno evoluta rispetto a quella degli altri piloti: “Faccio fatica a mettermi nei loro panni. Io ho sempre aiutato i piloti che se lo meritavano, in tutta la mia vita ho sempre ragionato così e credo che continuerò a farlo”.

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