La MotoGP lascia la Thailandia con una certezza: a vincere il mondiale piloti (oltre a quello costruttori e team) sarà un pilota Ducati. Succede per la seconda volta di fila e per la prima volta nella storia, il che è ancora più impressionante considerando il secondo titolo consecutivo di Alvaro Bautista in Superbike e il primo di Niccolò Beluga in Supersport.
Lo sa bene Gigi Dall’Igna, che ha parlato di questa situazione in una breve intervista ai microfoni Dorna: “L’anno scorso è stato fantastico per noi, quest’anno però è probabilmente meglio. Siamo davvero, davvero felici, io sono felicissimo per tutte le persone che lavorano per Ducati Corse. Il loro lavoro in qualche modo viene ricompensato, sono davvero felice di questo e vorrei ringraziare tutte queste persone”.
Inutile dire che vincere il titolo con il team ufficiale avrebbe un peso diverso per l’azienda, specialmente per chi ricopre un ruolo dirigenziale come nel caso di Davide Tardozzi e Paolo Ciabatti. Dall’Igna però dall’inizio della rivalità tra Bagnaia e Martín ha sempre preso una posizione neutrale, anzi. Probabilmente in tutto questo c’è anche un certo grado di soddisfazione: “Spero che questa sarà una vera battaglia fino alla fine. Il GP di Thailandia è stato incredibile, hanno fatto un sacco di sorpassi… e anche Binder ha fatto un lavoro incredibile oggi! Tutti gli altri si godranno le ultime gare della stagione, non sono sicuro se sarò troppo contento, perché è una specie di lotta fratricida. Ad ogni modo, siamo orgogliosi anche di questo”.
A regalarci una riflessione è la domanda del giornalista: come vive Gigi Dall’Igna, da padre, questa lotta fratricida tra i due piloti? La risposta del Direttore Generale di Ducati Corse è abbastanza politica, nonché assolutamente inattaccabile: “Devono avere tutte le possibilità di vincere, daremo a tutti i nostri piloti le informazioni migliori per fare il meglio e dare loro la moto migliore per lottare. Questo è il nostro lavoro e questo è quello che dobbiamo fare in queste ultime tre gare”.
Il punto però è un altro: Dall’Igna in questa storia non è il “padre” di Martín e Bagnaia, è il padre della Ducati Desmosedici. E questo, come è giusto che sia, viene prima di tutto il resto. Ecco perché è contento di vedere Marc Marquez - un fuoriclasse - sulla sua moto e questo finale di stagione può viverlo con più distensione rispetto agli altri componenti della squadra. La moto ha già vinto e il suo lavoro in MotoGP quest’anno si potrebbe considerare già finito.