È stata una stagione difficilissima per Francesco Bagnaia, più in discesa per Alvaro Bautista. Quello che conta però è il risultato, lo stesso: nel 2022 Ducati conquista titolo piloti, team, e costruttori sia in MotoGP che in Superbike. Per festeggiare, una festa in piazza a Bologna che vi raccontiamo qui. All’evento ci sono tutti: i piloti, gli uomini Ducati e anche Stephan Winkelmann, a.d. di Lamborghini.
Prima della conferenza stampa Alvaro corre trascinato per la sala stampa dalla sua bambina, Pecco ha un paio di Jordan ai piedi e sua sorella Carola ad un paio di metri. Quando salgono sul palco della Sala degli Atti a Palazzo Re Enzo per la conferenza, il primo a parlare è l’Ad Claudio Domenicali, presentato dal responsabile della comunicazione Ducati Angelo Marino. Domenicali ha gli occhi di chi sta guardando avanti. Di chi vuole ancora, nonostante la rara soddisfazione di chi non può chiedere di più perché sarebbe impossibile. A fianco a lui sono seduti Francesco, Alvaro e Luigi Dall’Igna, Direttore Generale di Ducati Corse, che come d’abitudine - lo era stato anche al Quirinale, durante l’incontro con il Presidente della Repubblica - appare come il più rilassato. E dice che se mai lascerà Ducati sarà per andare a camminare in montagna, non per altri. Prima che inizi l’evento riusciamo a scambiarci due parole. Di Marc Marquez, sempre più stufo della Honda, dice poco, se non quello che hanno confermato a più riprese Paolo Ciabatti e Davide Tardozzi: “Quest’anno i nostri piloti mi hanno regalato delle emozioni grandissime, senza di loro non sarei così contento. Non penso a cambiare piloti”. Anche perché, viste le premesse, ci sono buone possibilità che l’anno prossimo Dorna pianti un operatore video fuori dal box rosso per riprendere tutto il meglio della convivenza tra Bagnaia e Bastianini: “Onestamente è una sfida che non vedo l’ora di vedere anche io. Prima ancora di avere due piloti italiani però, credo che abbiamo due piloti veloci. È il motivo reale per cui li abbiamo scelti e credo davvero sia stata la cosa giusta”.
Un collega gli dice - a ragione - che tra i suoi pregi c’è quello di essere un grande conoscitore di uomini: Dall’Igna sa scegliere le persone, farle rendere al meglio e motivarle. Lontano dalle gare però è anche un grande conoscitore di vini. Così, quando gli chiediamo che vino è la Desmosedici di quest’annata d'oro, lui non ci deve pensare a lungo: “Il vino che mi piace di più, che è anche un vino legato alla mia terra è l’Amarone. È corposo, ma ha anche l’eleganza per essere associato a questa moto”. Una moto che dal 2023 dovrà faticare il doppio, con la sprint race di sabato che va ad aggiungersi alla tradizionale gara della domenica: “Ci saranno sicuramente dei processi da rivedere durante l’anno, perché saranno comunque gare importanti. È vero che nella sprint race si assegneranno metà punti, ma saranno comunque fondamentali e dovremo capire come organizzare il fine settimana di gara”.
Infine la miglior gara dell'anno, secondo l'Ingegner Dall'Igna, è stata a metà stagione, quando Bagnaia ha vinto per la prima volta come fanno i campioni: senza il favore del pronostico, lavorando con la consapevolezza che per farcela il talento non mancava di certo: “Silverstone è stata incredibile", ricorda Dall'Igna. "Come ha detto anche Pecco, lì ho capito che avrebbe veramente potuto farcela, perché ha vinto nonostante tutte le difficoltà incontrate nel fine settimana e questo ha dato a tutti una grande spinta”. Il 2023 arriva a giorni e il numero uno di Ducati Corse, ancora una volta, ci arriverà con idee nuove.