Mentre Gigi Dall’Igna siede in silenzio sulla poltrona del suo pilota accarezzandosi il pizzetto, Davide Tardozzi fa segnare nuovi picchi al cardiofrequenzimentro guardando i monitor con gli occhi accesi. Vive la gara così il team manager della Ducati rossa e, bene o male che vada, riesce a rimanere relativamente tranquillo soltanto nei turni di prove. Non è stato diverso nemmeno durante la festa Campioni in Piazza a Bologna, organizzata per celebrare i titoli in MotoGP e Superbike 2022, dove Davide si è messo in un angolo sotto al palco per godersi lo spettacolo con la stessa soddisfazione che dev’esserci stata negli occhi degli ingegneri della NASA mentre vedevano Neil Armstrong mettere piede sulla luna. Poco prima, in sala stampa, l’organizzazione della serata stava diventando il suo Gran Premio di dicembre: niente errori da fare, tempi stretti a cui rispondere, spettacolo per il pubblico in vista.
Quando la festa parte, tutto funziona nonostante la pioggia. C’è un momento però, prima di salire sul palco con la squadra, in cui anche Davide finisce per emozionarsi: colpa di Pecco Bagnaia che racconta di quando, a -91, a tenere la squadra unita ci ha pensato lui, fondamentale per la rimonta. Così, quando riusciamo a scambiarci due parole, per prima cosa gli chiediamo se è interista: “No, esattamente il contrario”, risponde lui. “Solo un milanista convinto”. Però il triplete, se ci mettiamo anche la vittoria di Michele Pirro nel CIV, l’ha fatta Ducati, cosa che probabilmente gli fa più piacere di festeggiarne una con il Milan: “È stata una grande soddisfazione, vincere sia la Superbike che la MotoGP non riesce a tutti. Solo Honda e Yamaha ce l’hanno fatta in passato e per noi allinearci a questi due grandi marchi è un onore. Detto questo l’importante è ripetersi, quindi guardiamo avanti”.
Anche se Ducati ha la moto perfetta e Davide Tardozzi è un ex pilota così veloce da aver (quasi) vinto un mondiale, quella Desmosedici non lo tenta affatto: “No, no, no”, risponde convinto quando gli chiediamo se ci farebbe un giro, magari in un giovedì di conferenze stampa o durante un test privato. “C’è un tempo per tutto. Sono già bravi loro, mi diverto a guardarli”. Non ha dubbi nemmeno sul miglior momento vissuto a Valencia: “Quando Pecco ha tagliato il traguardo: voglio dire, per noi aver vinto il mondiale della MotoGP dopo essere arrivati così tante volte secondi è stata la realizzazione di un sogno, una liberazione. Quanto passerà prima che mi stufi della pausa? Beh, le gare mi mancano già adesso, non vedo l’ora di arrivare in Malesia”.
Così, alla fine, gli chiediamo un confronto tra i due piloti più pericolosi per Ducati, almeno sulla carta. Lui, tra Marc Marquez e Fabio Quartararo, non riesce a scegliere: “Sono tutti e due fortissimi, è difficile dirlo. Dipenderà anche da chi, tra Yamaha e Honda, migliorerà di più la moto, perché questi piloti sono assolutamente dei campioni. Bisognerà capire chi avrà il mezzo migliore, sicuramente il talento gli basterà per essere competitivi e darci dei problemi. Noi però siamo contenti: Enea e Pecco saranno una squadra fortissima e credo che per quanto siano forti sia Marquez con la Honda che Quartararo con la Yamaha abbiamo due prime punte di cui siamo felicissimi”.