La linea editoriale di Jorge Martín, (“Ditemi che ca**o devo dimostrare ancora per avere la moto rossa”), aveva senso prima del GP di Francia e ne ha ancora di più adesso che lo spagnolo ha lasciato Le Mans con due vittorie tra Sprint e corsa della domenica. La classifica dice che ha messo da parte un totale di 38 punti di vantaggio su Pecco Bagnaia e 40 sia su Marc Marquez che su Enea Bastianini, i due piloti con cui si sta giocando la moto nel 2025.
Quella moto Martín la merita anche di più se pensiamo al fatto che ‘politicamente’ promuoverlo è la scelta più facile per Ducati: in questo modo si eviterebbe di lasciarlo alla concorrenza (perché Jorge ha spiegato più volte che l’alternativa è un’altra squadra ufficiale, non una nuova stagione in Pramac) mentre Marc Marquez è ben disposto a passare un altro anno in un team privato se gli venisse garantita una moto ufficiale.
In breve: metti Jorge Martín nel Team Ufficiale, sposti Marc Marquez in Prima Pramac - e convinci Paolo Campinoti a rimanere cliente Ducati, rifiutando l’offerta di Yamaha - rinunciando a Enea Bastianini, che comunque dovrebbe riuscire a trovare una sistemazione tra Aprilia e una squadra giapponese. Vincono (quasi) tutti. Ed è questa, infatti, la strada più comoda, quella che prenderebbe il Furio di Bianco, Rosso e Verdone o un qualunque ingegnere. Solo che Gigi Dall’Igna non è solo un ingegnere e al suo fianco in questa scelta, oltretutto, avrà almeno altre due figure: Claudio Domenicali e Mauro Grassilli, entrambi interessati (a dichiararlo è stato il Direttore Sportivo di Ducati Corse a Jerez) al ritorno d’immagine che la MotoGP può produrre in termini di mercato. Tradotto: quante moto vende Jorge Martín? Enea Bastianini invece? E Marc Marquez? Non c’è niente di sbagliato in tutto questo, Ducati è un’azienda e in quanto tale prende le sue decisioni, inclusa quella di prendere parte al motomondiale e di investire enormi quantità di denaro per ottenere risultati nello sport.
Ecco, qui i 40 punti di distacco in campionato accumulati da Jorge Martín cominciano a pesare meno, specialmente quando lo stesso Dall’Igna ha dichiarato che “il pilota verrà scelto in base alla sua storia, non a quello che ha fatto nel 2024”.
È così che arriviamo agli 84 buoni motivi per scegliere Marc Marquez: in effetti per il pubblico spagnolo di DAZN la vittoria di Jorge non è bastata a convincere. Quando è stato il momento di votare il pilota del giorno, gli spagnoli (lo ripetiamo) hanno scelto Marc Marquez con l’84% delle preferenze, a Martín è rimasto il 14% e i due italiani, Bagnaia e Bastianini, prendono l’1% a testa. Percentuali bulgare. Che poi, a ben vedere, in Francia Marc è arrivato due volte secondo dietro a Martín, ma partendo due volte tredicesimo, non dalla prima fila.
L’amore dei suoi tifosi lo senti anche in circuito quando passa lui, specialmente in Spagna. Neanche Acosta arriva a eccitare così il pubblico come Marc Marquez. Che ha vinto otto mondiali, sta tornando, può portare a casa il nono con la Ducati di Gigi il quale, a sua volta, può scrivere sui libri di storia di aver dato a Marc quello che l’azienda motociclistica più grande al mondo non è stata in grado di fornirgli.
L’operazione Marc Marquez è sbagliata, scomoda, complicata. Eppure, chissà perché, continua a risultare affascinante, specialmente per il management Ducati. Certo, lasciare per strada Jorge Martín e poi trovarselo campione del mondo non sarebbe un problema da poco. Ma davvero si può pensare che Marc non abbia la capacità di farlo? Forse alla fine entrambi avranno un contratto diretto con Borgo Panigale e una clausola che permetterà - al netto degli accordi precedenti - una moto rossa al campione del mondo.