Due giorni, a distanza di una settimana dal test di Barcellona e senza niente di nuovo all’orizzonte. La due giorni voluta da Honda sul circuito di Jerez per oggi e domani suona più di “cenone di fine anno” con i dipendenti che di vero e proprio test per tirare fuori le gambe da un pantano che si sta facendo imbarazzante. Perché se da un lato è vero che organizzare un test privato è il segnale di una volontà, dall’altro lato è vero pure che un test così, senza niente di nuovo da provare, suona quasi da voglia di dimostrarla e basta quella volontà. Magari per darla in pasto a qualche sponsor che, dopo l’addio di Repsol, serve come il pane serve a un affamato. Ok, la considerazione è maliziosa e pure un po’ cattivella, ma il dato di fatto oggettivo è uno: nella due giorni di test a Jerez, Honda metterà in pista la solita RC213V e farà provare ai piloti componenti che loro stessi hanno già scartato nel corso della stagione.
Tornano in mente, a questo punto, le parole dette da Joan Mir proprio dopo il deludente test di Barcellona: “Non c’era niente di nuovo, tutto quello che hanno montato oggi sulla moto lo conoscevamo già e mi aspettavo sicuramente qualcosa di più. Non dico direttamente la moto nuova, ma di sicuro non la solita moto e con i soliti aggiornamenti”. Mir, in estrema sintesi e in maniera vagamente elegante, aveva sostanzialmente sostenuto di essersi sentito quasi preso in giro, augurandosi appunto che a Jerez, nei test previsti proprio per questo 26 novembre, fosse arrivato qualcosa dal Giappone di veramente nuovo. Ma pare proprio di no.
Di nuovo, piuttosto, c’è Aleix Espargarò, che proseguirà il lavoro cominciato proprio a Barcellona con il test team che ha avuto la sua punta, fino a tre settimane fa, in Stefan Bradl. Ma anche Espargarò avrà sostanzialmente tra le mani la stessa Honda già guidata a Barcellona. Tanto che sull’assurda situazione anche Johann Zarco – che è stato l’unico in questa stagione a ottenere qualcosa di simile a un risultato decente con la RC213V – ha ironizzato. "Non abbiamo differenze grandi o positive al momento – ha infatti affermato il francese con una vena di sarcasmo – e questa è stata la scoperta più importante. Dobbiamo migliorare il motore, questo è uno dei punti più importanti perché non abbiamo la moto più veloce e invece servirebbe molta potenza in modo da poter lottare sui rettilinei e sorpassare in frenata”. Solo che anche i materiali aggiornati portati alla due giorni di Jerez riguarderebbero più l’aerodinamica che il motore stesso, con Honda che sembra essere oggettivamente indietro per il 2025 già prima che cominci davvero.
L’unico tra i piloti Honda schierati a Jerez che invece continua a tenere la linea aziendalista è Luca Marini. Che chiaramente non si dice entusiasta della situazione, ma continua a professare fede cieca e incondizionata nelle capacità degli ingegneri giapponesi di presentarsi al via della prossima stagione con un prototipo più performante rispetto a quello guidato nel 2024. Con Marini che ha aggiunto: “al di là delle cose nuove o meno che avremo da provare, è importante per noi continuare a mettere chilometri sotto le ruote per avere sempre più dati a disposizione da studiare e sui quali lavorare”.