È dal 2007 che l’iconico omino Michelin si presenta più asciutto, con un fisico quasi slanciato: “Gli abbiamo fatto fare la dieta per tenere il passo con i cambiamenti della società” aveva dichiarato all’epoca il responsabile marketing Thierry Rudloff in quella che, con un occhio al mercato statunitense, era stata presentata come una lotta all’obesità. Giusto in tempo per evitare l’ondata di politicamente corretto di questi ultimi anni che, quasi certamente, avrebbe montato un caso mediatico sull’intera operazione: “Fate dimagrire la vostra mascotte perché il suo corpo non vi piace, questo è body shaming!” O qualcosa di simile.
Oggi a subire il body shaming invece sono i piloti, sempre troppo alti, magri o bassi per ottenere il massimo dalle gomme. A lanciare la provocazione è stato Alvaro Bautista, il quale ha spiegato ai colleghi spagnoli di Todocircuito che, a causa del suo peso e del suo stile di guida, in MotoGP ha sofferto più di altri, specialmente a mandare in temperatura le gomme con il freddo. Una situazione vissuta anche (e soprattutto) da Dani Pedrosa, che per tutta la sua carriera ha avuto sempre un rapporto molto particolare con gli pneumatici.
Adesso succede l’opposto ai piloti più alti e corpulenti come, per citarne un paio, Valentino Rossi e Danilo Petrucci, entrambi sul metro e ottanta di altezza: la gomma si surriscalda troppo causando un degrado eccessivo della mescola, che impedisce ai piloti di sfruttare al massimo l’opzione più morbida e genera perdite di trazione in uscita di curva. Non che sia un problema nel giro a vita persa da fare in qualifica, dove le gomme sono fresche, ma qualcosa con cui fare i conti se la morbida è l’opzione migliore per la gara. Una situazione che si è accentuata con l'introduzione delle ultime specifiche tecniche da parte di Michelin nel 2019.
Impossibile però prendersela con il costruttore francese. La Michelin riflette il livello estremamente competitivo raggiunto dalla MotoGP di oggi, in cui grammi e millimetri si traducono in millesimi. Che, a loro volta, fanno la differenza tra una vittoria ed un decimo posto.