Il video si chiama Comunicazione di Maurizio Salvadori, è l’unico del canale YouTube di Luca Salvadori a non avere la copertina. La descrizione è altrettanto asciutta, sembra di leggere l’oggetto di una mail aziendale, un ordine del giorno: Richiesta di pareri sull’eventuale pubblicazione di nuovi video già realizzati da Luca prima dell’incidente.
Maurizio Salvadori parla per quasi otto minuti, due telecamere, comincia dicendo di sentirsi “un po’ nell’imbarazzo nell’invadare quello che era ed è il campo di Luca”. Sceglie le parole giuste e racconta cose importanti, per esempio quando dice di aver scoperto che i numeri su YouTube, gli iscritti sul canale, non rappresentano un parametro del successo quanto un enorme gruppo di persone, di “brave persone” vere, reali. Maurizio Salvadori l’importanza di tutto questo l’aveva capito già prima, al punto che aveva deciso di trasmettere il funerale del figlio in diretta per tutti. Fosse stato un altro la cosa sarebbe parsa eccessiva, forse addirittura di cattivo gusto, invece per Luca è sembrato assolutamente naturale, anzi inevitabile.
Maurizio Salvadori mette la faccia davanti alla telecamera e parla, parla dell’incidente (“Non sono il papà che cerca a tutti i costi un colpevole per la morte del figlio”) così come di sicurezza, di corse, di quello che sarà il suo impegno per evitare che tragedie così si ripetano ancora. Maurizio chiede a chi ascolta cosa fare degli ultimi video di Luca, due già girati e un terzo rimasto a metà. Sotto, nei commenti, il suggerimento di buona parte delle persone è quello di pubblicare, un po’ per chi rimane e un po’ per il figlio che avrebbe voluto così.
Ad ascoltare le parole di Maurizio Salvadori si percepisce lo sforzo fatto per essere lì, lo strazio per quello che è successo e, soprattutto, quello che succede solo di rado e quasi mai per cose importanti, perché in tutta quersta vicenda vediamo sopra ogni altra cosa un padre che prova a imparare dal figlio per stargli più vicino. Così Maurizio ha acceso le telecamere, detto quello che sentiva dentro e spedito il tutto su YouTube, aspettando una risposta dall'altro lato della linea. Pubblicare i suoi ultimi lavori e trovare un modo per continuare il racconto è, probabilmente, la cosa più giusta che si possa fare.