Sei nel caveau di una grossa banca, hai novanta secondi per riempire dei borsoni in pelle nera e poi dovrai sparire il più in fretta possibile. È più o meno così che deve muoversi un atleta come Jorge Martín ora che ha vinto - in maniera assolutamente meritata - il titolo mondiale MotoGP, il primo dell’era moderna con un team indipendente. Jorge ha una piccola finestra di tempo per massimizzare il suo impatto mediatico e, di conseguenza, capitalizzarlo con sponsor e opportunità economiche. È perfettamente normale, anzi: Toprak Razgatlioglu, dopo aver vinto il titolo mondiale Superbike con BMW, ha addirittura saltato i test di fine stagione per sfruttare appieno il momento. Così il manager di Jorge, Albert Valera, gli ha organizzato un giro tra riviste, radio e televisioni che, appunto, dovrebbe massimizzare la sua esposizione mediatica.
Prima di cominciare a raccontare di televisioni spagnole, dispetti e giochi di potere è necessario fare una premessa: pensare che questa storia non ci riguardi è, per dirla con Maccio Capatonda, come fare spallucce per l’aumento dei prezzi della benzina perché la nostra macchina va a Diesel.
Ieri sera, 21 novembre, Jorge doveva essere ospite di David Broncano, nel talk La Revuelta per Cadena Ser, rete radiotelevisiva spagnola. Succede però che Jorge, all’ultimo momento, non sale sul palco, dando un buco al programma che è sì registrato, ma solo qualche ora prima della messa in onda. Un po’ come successe, per fare un esempio, quando Belén Rodriguez non si presentò da Alessando Cattelan. Solo che, più che una lite di coppia, di mezzo c’è una guerra tra televisioni: il presentatore, David Broncaro, durante il programma che è andato in onda con una poltrona vuota, racconta che: “Jorge si stava preparando in camerino e di lì a mezz’ora avremmo registrato la puntata quando ci ha detto che avrebbe dovuto rinunciare, Ci ha detto ‘mi spiace moltissimo, però non posso fare il programma’ perché, altrimenti, succederanno delle cose”.
Il motivo della disdetta sta nel fatto che la prossima settimana Jorge Martín dovrà essere ospite di El Hormiguero, altro talk televisivo in onda però su Antena 3 condotto da Pablo Motos. El Hormiguero ha la cattiva fama di fare questo gioco da tempo con le reti concorrenti: se un ospite viene invitato in trasmissione non può presentarsi altrove, o, quantomeno, deve farlo dopo aver dato il meglio al programma. Allo stesso tempo Pablo Motos non ha esattamente la fama dell’uomo democratico, disposto a trovare accordi ragionevoli con le altre televisioni. È, a sentire gli spagnoli, una sorta di despota.
Ecco perché questa storia riguarda anche noi. La parte che non è stata resa nota ha un terzo, importantissimo attore: Dorna. Ci sono buone probabilità che lo staff di El Hormiguero abbia telefonato ai padroni della MotoGP per bloccare la partecipazione di Jorge Martín al programma rivale facendo leva sui diritti che Antena 3 (l’emittente che trasmette El Hormiguero) paga regolarmente a Dorna e che, invece, Cadena Ser non versa. Così, a mezz’ora dall’inizio del programma, gli uomini Dorna avrebbero contattato quelli di Martín per proibire al nuovo campione del mondo di presentarsi a La Revuelta. Questo, al netto dei giochi di potere tra televisioni concorrenti, assume i contorni dell’intimidazione mafiosa. Sembra proprio che la forza invisibile in grado di fermare in un camerino Martín, che il suo coraggio deve dimostrarlo in pista, non con le televisioni, possa essere l’organizzatore del motomondiale, pronto a piazzare i piloti al miglior offerente - in questo caso danneggiandoli - per far valere i propri interessi economici.
Dorna può gestire i diritti d’immagine dei piloti in circuito e in un’infinita serie di piccole cose, ma non dovrebbe avere alcun peso politico in queste dinamiche. Il titolo mondiale l’ha vinto Jorge Martín, è il suo momento, sono i suoi novanta secondi dentro il caveau. Invece assistere a queste dinamiche fa pensare che il pilota sia al centro del mondo solo finché si gioca la vita. Poi diventa un soldatino, un impiegato come tutti gli altri. Difficile dire se l'incombente arrivo di Liberty Media come gestore del motomondiale porterà miglioramenti o meno sotto questo punto di vista, di certo gli statunitensi hanno sempre fatto le cose in maniera accorta.