Donald Trump è stato il primo presidente americano della storia a presenziare al Super Bowl. Il più grande evento sportivo degli Stati Uniti e uno dei più enormi a livello globale. Si tratta della partita in cui viene assegnato il titolo Nfl, la lega di football americano. La finale di Champions del football, per trovargli un paragone con il calcio.
Evento di enorme interesse commerciale, al Super Bowl il mondo dello sport, del marketing e delle celebrità si incrociano. Sono celebri le “aste” milionarie per poter trasmettere pochi secondi di spot pubblicitario durante la partita. Spot che sono spesso studiati ad hoc per l’occasione. Di portata globale è anche l’halftime show, lo spettacolo tra i due tempi, interpretato sempre da artisti al top (quest’anno Kendrick Lamar). Essere scelti per l’halftime corrisponde a una specie di incoronazione, almeno per il panorama musicale a stelle e strisce.
Il Super Bowl è, insomma, un evento mondano. L’apoteosi dell’ideale americano di sport e spettacolo: un’unione di diversi elementi di entertainment in grado di attrarre un pubblico il più largo possibile. E anche un volume di capitale raccolto, anche questo il più ingente che si può. Essere al Super Bowl, che sia come giocatore, come spettatore, sponsor o dir si voglia, significa far parte della crème americana. Motivo per cui le tribune sono spesso colme di vip e altre celebrità.
Non poteva dunque mancare la celebrità americana per eccellenza, ovvero Donald Trump, che degli Stati Uniti è anche il presidente.
![Travis Kelce (fidanzato di Taylor Swift) degli sconfitti Kansas City Chiefs e Donald Trump](https://crm-img.stcrm.it/images/42391238/2000x/20250210-190558502-3271.jpg)
È la prima volta che un inquilino della Casa Bianca compare sugli spalti dell’evento dell’anno. Solitamente (anche se con Biden non è accaduto) il presidente è protagonista di una breve intervista pre-partita. I motivi non sono particolarmente profondi: semplicemente, il Super Bowl è un evento già enorme di suo. Tutti gli americani lo guardano, dai democratici ai repubblicani, passando per chi non vota. Farsi vedere, per un politico in generale, o un presidente, è di relativa importanza.
È invece di vitale importanza per le celebrità, motivo per cui, come detto, Trump non poteva mancare. Non bisogna dimenticarsi che il magnate è entrato nelle case degli americani grazie alla tv, con il programma The Apprentice. E che per molti statunitensi è stato una star prima di un politico. E continua a esserlo anche da presidente. Farsi vedere all’evento degli eventi, dopo un primo periodo di fuoco nella sua seconda esperienza a Washington, è la passerella per eccellenza. Una rivendicazione di uno status che va oltre quello del presidente: un presidente star. Attrazione totale di un Paese polarizzato. Lo si ama o lo si odia, ma non si può ignorarlo.
![Taylor Swift spettatrice al Super Bowl](https://crm-img.stcrm.it/images/42391243/2000x/20250210-190658176-4741.jpg)
A dimostrazione di questa rivendicazione, la polemica (l’ennesima) con Taylor Swift. Altro personaggio che l’America non riesce a non considerare. La cantante, inquadrata, è stata fischiata prima del match. La sua colpa? Essere la fidanzata di Travis Kelce, giocatore dei Kansas City Chiefs, gli sconfitti del Super Bowl. A fischiarla, infatti, sono stati i tifosi rivali dei Philadelphia Eagles. Normale sfottò da stadio, insomma. Ma non per Trump, che ha collegato i fischi al movimento Maga, che avrebbe contestato la Swift prima dell’incontro in quanto sostenitrice dei democratici. Narrazione forzata, se non fantasy. Ma che riassume perfettamente Trump e il suo pensiero: che si parli di geopolitica o di football, “the main attraction” sono sempre io.
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