I sessanta minuti delle Prequalifiche del Mugello possono essere spezzati in due metà. Nella prima la scena se l'è presa di diritto Fabio Quartararo, caduto ad inizio turno alla Materassi-Borgo San Lorenzo: l'anteriore della M1 lo abbandona sall'ingresso della "esse", sembra una scivolata innocua, fino a quando El Diablo affonda nella ghiaia ed il suo braccio sinistro gli resta sotto al corpo. Rimane a terra per diversi secondi toccandosi la spalla, in sala stampa tutti pensano ad un infortunio serio alla clavicola. Un replay successivo mostra il francese chiedere a grandi gesti l'intervento di uno di quei dottori con la tuta bianca che prestano soccorso a bordo pista: steso a terra, lo implora di fare pressione su quella benedetta spalla, per farla rientrare in sede. "Spingi di più, spingi di più", sembra volergli dire Fabio, che nemmeno trenta secondi più tardi è in piedi - scattante - mentre cerca di ottenere dai marshalls il permesso di riprendere la Yamaha impolverata e rientrare in pista. Accesso negato, ma non importa: cinque minuti dopo, con la seconda moto, Quartararo firma un crono a quattro decimi dalla vetta. A fine turno è quinto, in 1'44"945. Per lo sforzo di quest'ultimo giro lanciato El Diablo si concede un'escursione nella via di fuga della San Donato. La regia internazionale lo inquadra in primo piano mentre rientra lentamente ai box: il braccio sinistro è piegato sul serbatoio, dalla visiera alzata si intravedono gocce di sudore e lacrime di fatica. Fabio Quartararo è il primo eroe di questo venerdì toscano.

L'altro eroe è Maverick Vinales, che all'ultima occasione disponibile del time attack ha spodestato - grazie ad un terzo settore fuori da ogni logica - il triumvirato di questa prima parte di campionato: con un 1'44"644 lo spagnolo della KTM si è messo davanti a Pecco Bagnaia (staccato di un decimo), Marc Marquez e Alex Marquez. Mav è spuntato quasi dal nulla, anche perché fino a venti minuti dal termine dalla bandiera a scacchi l'andamento del turno è stato piuttosto incerto: rispetto agli altri venerdì i piloti non hanno inanellato stint lunghi di simulazione gara che possano aiutarci a prevedere le sorti della Sprint e della "lunga" di domenica, ma si sono concentrati più che alto su brevi uscite intervallate da diverse soste ai box. Solo Marco Bezzecchi e i fratelli Marquez, in questo senso, ci hanno regalato qualche dato in più: loro hanno sì accarezzato il ritmo dell'1'46"basso con un certa ripetibilità, dotati di media all'avanterno e al retrotreno (Marco a metà turno ha montato una soft nuova ma in configurazione gara quel tentativo, stando ai numeri dei fogli dei tempi, non sembra aver prodotto granché). Sempre a proposito di passo gara, invece, risulta indecifrabile la prestazione di Pecco Bagnaia, le cui Prequalifiche sono state spezzettate da diversi pit stop ai box che sembrano aver lenito i problemi all'anteriore riscontrati in mattinata (dopo tre lunghi nelle FP1 Pecco si era platealmente innervosito con la GP25) e che infine gli hanno consentito di assestare una delle più belle simulazioni di qualifica di questa stagione.
Per il resto, quindi, prestiamo fede alla classifica finale del turno, che dopo Quartararo e Bezzecchi (rispettivamente quinto e sesto, nonché gli ultimi due piloti a sfondare il muro del quarantacinque) vede un maestoso Alex Rins in settima posizione (nel giro buono, c'è da dirlo, ha sfruttato il riferimento di Marc Marquez), davanti a Pedro Acosta e alle Ducati VR46 di Franco Morbidelli e Fabio Di Giannantonio: i piloti di Valentino Rossi, presente a bordo pista, non sono stati iper brillanti, ma si sono assicurati una top ten che è di vitale importanza per il prosieguo del weekend. Alle 10:45 di domattina, invece, si giocheranno i due posti del Q1 Miguel Oliveira (undicesimo ma, visti i suoi trascorsi, protagonista di un venerdì incoraggiante), Enea Bastianini (ad un decimo abbondante dalla decima piazza di Diggia), le Trackhouse di Raul Fernandez e Ai Ogura, l'altra Pramac di Jack Miller e - oltre alla piccola delusione di giornata Fermín Aldeguer e al subentrante Lorenzo Savadori - tutte le Honda presenti sullo schieramento: la prima è quella di Joan Mir, sedicesimo, davanti a Zarco, Nakagami e Chantra.
