Sapevamo sarebbe stata pop. Volevamo fosse pop. Dal momento in cui è stata ufficializzata la notizia di Charles Leclerc come ospite di Muschio Selvaggio, il podcast di successo condotto da Fedez e Luis, la certezza è sempre stata una: questa non sarebbe stata la solita intervista.
Niente addetti ai lavori esperti di Formula 1, niente ring delle interviste post GP, niente domande concordate con gli uffici stampa e frasi fatte da pilota con le risposte pronte. Sapevamo che Fedez di motorsport non sa niente (ricordiamo l'Instagram Stories in cui si è complimentato con Charles per essere arrivato "secondo in pole position") e che l'intento di Muschio Selvaggio non è mai stato quello di sviscerare i temi più approfonditi dei settori di appartenenza dei vari ospiti. Da Alessandro Michele a Donatella Versace passando per Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, pensare di entrare nelle pieghe di ogni progessione sarebbe impossibile e neanche troppo sensato per un podcast generalista, veloce e ironico com'è nell'identità di Muschio Selvaggio. Domande come "ma voi piloti vi fate la pipì nella tuta?" sono quindi esattamente il target di quello che ci si poteva aspettare dall'incontro tra Leclerc, Fedez e Luis.
C'è un però. Perché l'enorme occasione di avere tra le mani un personaggio amatissimo, richiestissimo e super conosciuto come "il Predestinato" della Formula 1, e averlo lontano dai luoghi istituzionali in cui siamo abituati a trovarlo - e a sentirlo parlare - doveva essere un'occasione d'oro per scoprire lati di lui che non conoscevamo.
E così non è stato. Tolta qualche parentesi divertente (come il finale: "Essere Leclerc fa scopare di più?") le domande degli intervistatori hanno spesso sfiorato la banalità, andando a toccare punti che del monegasco si conoscevano già più che bene, o sollevando temi secondari con risposte da parte di Leclerc di scarso interesse (come la lunga parentesi sulla Formula E e sul possibile futuro dei motori ibridi).
Fedez, nei panni di un Fabio Fazio 2.0 che coccola gli intervistatori e tira fuori dal cilindro aneddoti del tutto bypassabili, interrompe di continuo l'intervistato, creando una matrioska di domande senza capo ne coda. Un atteggiamento che, a leggere i commenti sotto il video sul canale YouTube, infastidisce la maggior parte degli ascoltatori, e spezza i discorsi più interessanti portati in scena.
Un esempio? Quando Charles inizia a raccontare la sua prima volta in pista sui kart a soli tre anni e mezzo, in pista legato al kart di un amico del padre - con ogni probabilità Philippe Bianchi, padre di Jules - per evitare incidenti o pericoli vista l'età così precoce del bambino. Un racconto che stava proseguendo, con Leclerc pronto a spiegare come fosse andata quella prima esperienza, salvo poi essere interrotto da Fedez ormai già lanciato verso un altro argomento.
Certo, i tempi sono stretti e il format di Muschio Selvaggio deve restare di 20/30 minuti, ma l'esperienza di uno spettatore davanti a queste continue interruzioni è quella di chi vive qualcosa di interrotto. Ecco quindi l'occasione sprecata di un'intervista che poteva, e doveva, mostrare un lato inedito di un personaggio pubblico super esposto, super conosciuto e super intervistato. Ma che ci ha restituito il divertimento di qualche clip scherzosa e il fastidio di un prodotto mediocre che sarebbe potuto essere perfetto.