Ci siamo, finalmente ecco gli Europei di calcio (Foto di QuiLivorno.it). L’attenzione è ovviamente rivolta verso la Nazionale guidata da Roberto Mancini. Un’Italia fresca, giovane e bella da vedere con un'equilibrata rosa di talento ed esperienza. Sarà interessante capire se il gioco proposto in campo dall’allenatore di Jesi avrà lo stesso impatto positivo anche in una vera competizione rispetto alle amichevoli o le semplici qualificazioni. Perché parliamoci chiaro, chiunque gioca gli Europei punterà a vincerli o quantomeno non fare figuracce. Ne abbiamo parlato con Paolo Bergamo, arbitro internazionale e designatore arbitrale FIFA dal 2002 al 2006 che ha elogiato tutto l’operato di Roberto Mancini, dal gioco proposto alla scelta dei singoli individui, passando per la selezione dello staff e l’idea di gruppo. Insomma, una vera e propria rivoluzione azzurra.
Bergamo, come arriva l’Italia agli Europei?
Non sarà semplice, gli Europei sono una selezione di squadre tutte forti, l’Italia però può avere delle ambizioni serie. È una squadra giovane e ben impostata, con giocatori che hanno una fonte di gioco importante con un calcio propositivo e volto all’attacco. Da non sottovalutare sarà la prima partita contro la Turchia, storicamente orgogliosa e con un assetto offensivo importante, ma sono molto fiducioso.
L’Italia aveva da tempo bisogno di una rivoluzione tecnica, è arrivata secondo lei?
Assolutamente, Roberto Mancini ha saputo costruire una squadra con molta saggezza. Giovani che hanno voglia di vincere e di mettersi in evidenza. Ha fatto una vera rivoluzione perché ha dato fiducia a ragazzi che erano assolutamente senza esperienza internazionale, ma avevano talento. Quando sono cresciuti e hanno accumulato presenze con la Nazionale sono arrivati anche i risultati e il bel gioco.
Si aspetta quindi un’Italia bella e giovane?
Se guardiamo la formazione che andrà in campo di giocatori storici ci sono solo Chiellini e Bonucci. Jorginho e Verratti anche se hanno esperienza sono giovani. Due anni fa, quando è iniziato il suo percorso, Mancini ha avuto il coraggio di mettere in campo ragazzi praticamente sconosciuti. Probabilmente ha ripercorso la sua carriera quando il compianto Tarcisio Burgnich lo fece esordire al Bologna quando aveva appena diciassette anni. I giovani quando hanno talento se sentono la fiducia dell'allenatore e giocano con continuità poi ti ripagano perché sono quelli che hanno più fame degli altri.
Non è un caso quindi che Roberto Mancini abbia chiamato i “fedelissimi” Gianluca Vialli, Attilio Lombardo e Lele Oriali nel suo staff…
Non è solo un discorso relativo ai compagni di squadra della Sampdoria campione d’Italia, ha chiamato proprio dei fratelli. Anche se Vialli entra poco nel lavoro tecnico ha comunque una certa influenza nel gruppo. Anche la scelta di Daniele De Rossi è corretta, sa cosa significhi giocare per la Nazionale. Ecco perché la rivoluzione è totale.
Parlando di singoli, che ne pensa della scelta di Bernardeschi al posto di Politano?
Entrambi avrebbero meritato, ma Bernardeschi ha un percorso più forte, con la Juventus ha avuto l’occasione di fare esperienze internazionali e con Mancini si esalta perché gli vengono assegnati compiti più congeniali alle sue caratteristiche. Il suo rendimento con l’Italia è sempre stato molto positivo perché sente la fiducia dell’allenatore. Politano è vero che ha fatto un ottimo campionato, ma in Nazionale ha pochissime presenze e in una competizione come l’Europeo non servono solo le qualità tecniche.
Chi sarà la rivelazione azzurra agli Europei?
Il centrocampo sarà il reparto che si esalterà maggiormente. Abbiamo giocatori come Jorginho, Verratti e Barella che hanno una classe assoluta, quella sarà una zona nevralgica per le nostre azioni.
Su Chiellini che mi dice?
Giorgio se è al meglio della condizione atletica è indispensabile. Ha un’età dove il rischio di infortunarsi è molto alto, ma se sarà al top con la sua grande capacità di difendere e l’esperienza sarà imprescindibile dal gioco di Mancini.
Cambiando argomento, cosa ne pensi della polemica de Le Iene sulla diatriba var in Inter-Juventus del 2018?
Credo che in Italia si tenderà ad esaltare sempre tutto, Orsato ha avuto l’onestà intellettuale di riconoscere l’errore che ha fatto in campo. Speculare poi su un buon gesto di un arbitro e andare a creare spettacolo l’ho trovato di cattivo gusto.
Qualcuno dice che non è possibile accettare errori del Var…
Eh lo so però il Var non è un toccasana, nessuno pensava che ci sarebbero stati zero errori. Le cose stanno migliorando, ma non riesco ancora a capire perché lo sbaglio di un arbitro debba essere demonizzato mentre quello di un calciatore, anche il più titolato, invece viene accettato e messo nel dimenticatoio. Orsato ha riconosciuto di aver sbagliato, perché specularci sopra? La realtà è che in Italia ma ancora una cultura sportiva e soprattutto calcistica che permetta di accettare qualsiasi decisione, anche se errata.