La notizia ha cominciato a circolare ieri: Aruba Ducati avrebbe offerto la sua moto a Jack Miller. Prima reazione? Bella storia, perché Miller non ha mai nascosto d’essere innamorato perso della Ducati e a Borgo Panigale non hanno mai fatto segreto che la separazione dall’australiano è stata quella che ha pesato di più. Seconda reazione? Non è vero e probabilmente è tutto un gioco intorno al mercato. Di quei giochi per altro già ben noti nel motorsport in cui a tirare fuori notizie bomba sono spesso quelli molto vicini a case, marchi o piloti per riportare l’attenzione su un nome piuttosto che su un altro.
La verità vera, ad oggi, è che Jack Miller è un pilota a piedi. Ma allora perché si parla di lui per affiancare Nicolò Bulega nel Team Aruba in Superbike? Semplicemente perché in Ducati c’è una partita importante che si sta giocando e che riguarda il rinnovo del contratto di Alvaro Bautista. Lo spagnolo, che ormai è arrivato a 40 anni, vorrebbe continuare, ma con pretese da vincitore degli ultimi titoli mondiali. In Ducati sarebbero ben lieti di tenerlo, non fosse altro che per affetto e riconoscenza, ma con un’offerta in linea a quella che si farebbe per un pilota che ormai è arrivato a 40 anni. Insomma, Bautista e Ducati – ormai non è un segreto – non si stanno incontrando economicamente. Il pilota vorrebbe una cifra vicina al milione di Euro, Ducati non sarebbe disposta a offrire poco più della metà (addirittura qualcosa in meno dello stipendio attualmente garantito). Lo scenario, poi, non aiuta Bautista, perché Aruba e Ducati hanno alternative pesanti. Pesanti dal punto di vista sportivo e pesanti pure dal punto di vista del marketing. E Jack Miller? Miller è solo un nome in più che potrebbe ingolosire più per il fatto che è australiano (e in SBK serve un altro australiano) che per i risultati che potrebbe portare. Attenzione, non significa che Miller è un brocco o che non farebbe bene, ma semplicemente che non è più così scontato che un top rider della MotoGP possa essere performante anche in Superbike. Ormai quei due mondi sono troppo diversi, così come troppo diverse sono le moto e ancora più diverse sono le gomme utilizzate nei due campionati.
Ecco perché è molto più credibile – al di là dell’ipotesi romantica di rivedere Miller su una rossa – che se l’accordo con Alvaro Bautista non dovesse andare a buon fine (scusate se facciamo i maliziosi, ma sembra proprio sia ciò in cui si spera davvero), i nomi sarebbero due: Andrea Iannone o Danilo Petrucci. Margini per altre valutazioni al momento non ci sono. Entrambi sono puntualmente lì a giocarsela ogni domenica, entrambi si “accontenterebbero” di stipendi umani e entrambi sarebbero pronti a fare carte false per avere tra le mani la Panigale ufficiale. Entrambi, inoltre, hanno un appeal mediatico sicuramente più elevato di quello che potrebbe avere un Jack Miller e, ormai, anche un Alvaro Bautista.
E’ chiaro, però, che sullo spagnolo vincitore degli ultimi due titoli mondiali c’è un passaggio quasi obbligato da fare e è altrettanto chiaro che in questo momento tutte le energie sono concentrate su quella strada, con la conseguenza di far risultare inutile (e pure pericoloso) il mettersi a far girare altri nomi. Anche perché adesso la questione in Superbike sembra ruotare più intorno alle moto e al grande vantaggio che BMW è riuscita a crearsi con le Superconcessioni, che ai piloti stessi. Toprak, al momento, risulterebbe imbattibile per Bautsita come per Iannone, Petrucci o Miller che sia e a Borgo Panigale ne sono tutti ben consapevoli.