Avevamo davvero bisogno di Jannik Sinner versione vlogger? Sì, almeno a guidicare dal primo video pubblicato sul suo canale Youtube: di otto minuti complessivi, solamente due lo inquadrano mentre colpisce una pallina gialla, mentre i restanti ci mostrano il due volte campione degli Australian Open in una veste che difficilmente i broadcasters ufficiali del torneo - le televisioni che trasmettono partite, interviste e conferenze stampa in diretta - riescono a captare. È un altro Sinner quello del suo primo vlog, un ragazzo di 23 anni che si diverte con poco, che si alza tardi al mattino e salta la colazione per andare direttamente a pranzo, che al pensiero di aver perso la borsa con le racchette in qualche angolo remoto di Melbourne Park si mette a ridere.
È uno Jannik molto più leggero del professionista che siamo abituati a vedere su altri schermi, dove ribadisce spesso i mantra del lavoro, della disciplina, della mente che corre subito alla prossima partita. In questo video il tennista di Sesto Pusteria assapora la vittoria, si gode il presente, rimanda tutto a domani. Si pone domande tutt'altro che banali, tipo: "Quante volte mi capiterà di vivere la vigilia di una finale Slam?". La risposta non ce l'ha lui, non la sa nessuno, ma siamo a conoscenza del fatto che i più grandi della storia abbiano vissuto, al massimo, una quarantina di giornate così. Allora Jannik giustamente pensa: "Queste sono occasioni speciali, che alla fine dei conti non capitano tante volte nella vita". Sceglie di gustarsele, al posto di farsi mangiare dalla tensione, dallo stress e dalle aspettative. "Oggi me la prendo con calma (I take it easy, ndr), perché è domani il giorno che conta", racconta nel tragitto in macchina dai campi all'hotel ventiquattro'ore prima della finale contro Zverev.
Il filmato parte subito con ritmo, all'indomani dell'ottavo di finale vinto - nonostante i tremori, i pallori e le sofferenze di quello che poi scopriremo essere un virus - contro Holger Rune. Jannik è nella sua stanza d'albergo, un piano alto le cui finestre si affacciano sulla skyline di un'assolata Melbourne, mentre mostra il contenuto della sua borsa da tennis ("Qui ci sono già le cinque racchette che userò domani nella partita contro Shelton, la sesta è per il riscaldamento") e ammette di sentirsi finalmente meglio: "Ieri non stavo bene, anche perché faceva molto caldo, c'erano 35 gradi. Oggi ce ne sono 20 e non a caso mi sento più fresco, qui in Australia il tempo cambia molto da un giorno all'altro". Eppure le scene più spassose sono quelle in cui Sinner guida la golf car tra i parcheggi sotterranei della Rod Laver Arena e le stradine di Melbourne Park: lui al volante in posizione aerodinamica, il suo team sui sedili posteriori che lo incita come farebbe Carlo Vanzini con Charles Leclerc negli ultimi giri del Gran Premio di Montecarlo. "A casa tua, a casa tua!", grida Simone Vagnozzi, mentre Jannik ride e cerca di tagliare la traiettoria di una piccola rotonda sfregando le ruote sul marciapiede, come se volesse salire su un cordolo immaginario.
Quella stessa golf car verrà salutata con simpatica malinconia da Sinner a notte fonda, qualche ora dopo il trionfo in finale: "Mi ha portato fortuna" - dirà, indicandola dopo aver abbassato i finestrini oscurati di una macchina che lo accompagna fuori dallo stadio. L'ultimo pit stop avviene alla reception della Rod Laver Arena, dove Jannik ritira personalmente la coppa, incastonata in un'ingombrante confezione nera, che riapre una volta arrivato in hotel. La guarda, la ricopre con un telo verde, e infine commenta: "Il successo è un modo per ringraziare le persone che ti aiutano. La cosa migliore è festeggiare con le persone che si prendono cura di te, compreso chi in questo momento sta dietro alla telecamera (sorride). È meraviglioso, perché le persone vedono solo quello che facciamo in campo, ma è fuori dal campo che il futuro si costruisce. Questi giorni sono rari, io ho vinto tre grandi Slam, che alla fine dei conti sono solo tre giornate. Quindi devi divertirti". Poi molla tutto e va a mangiarsi un hamburger. "Il mio momento preferito" - confessa, prima che la telecamera si spenga. Prima che a qualunque spettatore pensi: "Questi contenuti nel tennis sono una novità". Vorremmo vederne di più. Molti di più.