Vero, ormai le auto sono diventate solamente un piccolo granello nella vasta e variegata attività di giornalista e conduttore televisivo di Jeremy Clarkson. Diventato un’icona mondiale con il programma, portato al successo proprio da lui, Top Gear sulla Bbc, e poi passato ad Amazon Prime Video con The Grand Tour, sempre in compagnia dei suoi fidati colleghi (e amici) James May e Richard Hammond; adesso Jezza si ritrova a registrare le ultime puntate dello show in streaming, e portare avanti la Diddly Squat, la sua fattoria protagonista in un’altra fortunatissima serie Amazon. Per la carta stampata, invece, si diletta in articoli di attualità e costume, sfociando spesso nella politica, e in alcune recensioni automobilistiche per il The Sunday Times. Eppure, nel cuore di Clarkson c’è sempre porto per le quattro ruote, soprattutto quando si parla di Formula 1. Poche settimane fa, in occasione del Gran Premio del Bahrein, la prima gara della stagione, si è reso protagonista di una spassosissima scenetta quando si è ritrovato a sbandierare la classica bandiera a scacchi ma brillo. Comunque sia, Jeremy nonostante tutto è rimasto un grande appassionato di F1, un vero e proprio fan boy e, come tale, ha i suoi idoli. Nello specifico, il pilota preferito di Jezza non è il solito nome di campioni del mondo, anzi…
No, non bisogna certo aspettarsi che un tipo come Clarkson sbavi dietro a sportivi idolatrati da tutti e tutto come Lewis Hamilton, prossimo all’approdo in Ferrari, o Michael Schumacher, lo sfortunatissimo ex campione della Ferrari. Sarebbe troppo banale, no? E, forse, sono banali anche i nomi del passato come Ayrton Senna, o quelli dei miti britannici che hanno scritto la storia della F1, i vari Jim Clark, Sir Jackie Stewart e Graham Hill. O il dominatore del momento Max Verstappen. Il cuore di Jezza, infatti, è di un vecchio pilota che ha girovagato per il circus per poco, avendo corso solamente sessantasette gare a causa della sua prematura morte; questa avvenuta in pista. E in queste pochissime corse non è riuscito a portare mai a casa il titolo iridato, riuscendo ad arrivare solamente secondo nella stagione del 1979. Ebbene sì, si tratta proprio del mito Gilles Villeneuve. Pilota Ferrari dal 1977 fino al 1982, anno in cui perse la vita nel Gp del Belgio, il pilota canadese sembra essere riuscito ad ammaliare il cinico giornalista britannico, diventando uno dei suoi idoli sin dalla giovinezza. Infatti, è stato lo stesso Clarkson a rivelarlo, in un’intervista del 2022 rilasciata al sito Formula1.com (ripresa non si sa bene perché da varie testate internazionali in questi giorni). Per professare la sua ammirazione verso il compianto pilota, Jeremy ha rivelato come “ci siano stati due eventi che hanno consolidato la mia ammirazione per lui”, ovvero quando nel 1981 al Gp di Gran Bretagna, dove Jezza era presente come spettatore, in seguito a un enorme incidente Gilles ha continuato a correre con la sua monoposto tutta scassata. “Era una specie di cavaliere dei Monty Python, senza braccia e gambe. Continuerà a correre, anche se non aveva più una macchina”, il suo commento. E poi, continua, "c’è stato il Gp di Francia del 1979 a Digione. Stava correndo per il secondo posto con René Arnoux. Quante volte si sono colpiti nell’aultimo giro, cinque volte? [...] È stata una gara assolutamente fantastica e ho pensato: ‘Okay, è il mio pilota preferito’. Da allora non ho mai più visto nessuno correre come lui”. Il grado di ammirazione di Jeremy? Il giornalista ha ammesso di aver scelto il 27, numero di gare di Villeneuve, come il suo numero del cuore.