Dopo un inizio in salita, con le prime tre gare pressoché a zero, Joan Mir ha iniziato a spingere prima gravitando sempre in top 5 poi facendosi ospite fisso del podio. Soprattutto la sua prima vittoria (domenica scorsa) ha dimostrato anche ai più miopi ‘esperti’ quello che si poteva scorgere in lui già da lontano: concentrazione, maturità, determinazione.
Lo stesso Rins, suo compagno di squadra e pretendente al trono, ha ammesso: "E’ molto difficile che Joan [Mir] non salga sul podio". Ma quali sono le opzioni per mettere definitivamente il suo sigillo e iscrivere il suo nome sulla Torre dei Campioni? Il maiorchino può laurearsi Campione del Mondo 2020 se:
sale sul podio, indipendentemente dai risultati dei suoi avversari;
si classifica 4°, 5°, 6°o 7°, con Quartararo, Rins e Viñales obbligati a vincere;
arriva 8°, 9° o 10°, con Viñales senza vittoria e con Quartararo e Rins terzi;
chiude 12°, 13° o 14°, con Morbidelli e Dovizioso a secco, Viñales terzo, Quartararo e Rins giù dal podio.
Non solo: il 23enne di Palma di Maiorca può permettersi il lusso di laurearsi Campione senza chiudere a punti, con Morbidelli e Dovizioso non oltre il terzo posto, Viñales giù dal podio, e se Quartararo e Rins non fanno meglio di un quinto posto.
Ma è la Suzuki a puntare al ‘triplete’ nell’anno del suo centenario: in un sol colpo, la casa di Hamamatsu può centrare i titoli piloti, team e costruttori, quest’ultimo le manca in bacheca dal 1982, quando vinse con Franco Uncini.
E’ risaputo che Honda, Yamaha, KTM e Ducati hanno fatto investimenti faraonici; Suzuki e Aprilia invece lavorano con una filosofia opposta, che sta per ripagare i giapponesi. Un plauso va indubbiamente rivolto alla tenacia e alla competenza di Davide Brivio, capace di rifondare l’intera struttura (dopo l’anno sabbatico dal Circus) e riportarla nell’Olimpo della velocità. Non sono le più veloci in rettilineo, né in curva, e girano meglio sull’asciutto, ma le Suzuki sono state nella mischia per tutta la stagione.
Il direttore tecnico Ken Kawauchi, sin dal primo giorno, aveva dichiarato: Suzuki deve compensare le difficoltà economiche attraverso un gran potenziale umano. Addirittura (e non era un segreto nel paddock) che Mir e Rins non si stessero neanche troppo simpatici… e invece si sono identificati nella squadra, hanno iniziato a rispettarsi, finendo col diventare amici!
Proprio come succede negli altri team, verrebbe da dire!
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram