Attualmente la griglia di partenza della MotoGP vede quattro piloti con un titolo iridato in tasca, ma solo uno è ancora incerto su quale sarà il suo futuro. Pecco Bagnaia ha firmato a inizio stagione, Yamaha ha bloccato a suon di milioni Fabio Quartararo per evitare che scappasse stile Marquez il quale, come ormai sanno tutti, sarà il pilota ufficiale Ducati del team Lenovo. Joan Mir, campione del mondo 2020 in sella alla Suzuki, è attualmente il pilota di punta del team HRC ma gli ultimi anni sono stati talmente avari di risultati e la Honda così distante dai primi che l'idea di cambiare aria non è da scartare.
Nessuna decisione è stata presa, al momento, anche perché le selle disponibili diminuiscono e Honda non sta facendo i passi avanti sperati. Inoltre, Marc Marquez ha dimostrato che a volte può essere utile fare una sorta di "downgrade" accettando un team satellite per far risalire le proprie quotazioni di pilota: poche gare nel team Gresini hanno spalancato a Marc le porte di Borgo Panigale, mentre le porte davanti a Joan si stanno chiudendo.
"Ad Assen dovrò avere le idee più chiare su cosa voglio fare - ha dichiarato Mir - ma ho bisogno di avere tutte le opzioni sul tavolo per poter decidere e dire dove voglio andare. Non è il mio caso ora, non so cosa voglio". In effetti la scelta che aspetta Joan non è semplice e, soprattutto, non può essere teorica: prima di dire che lascia Honda deve avere una possibilità concreta. E se poi, dopo essersene andato, la Honda cominciasse a funzionare come si deve? Ma le proposte "latitano", anche perché Joan Mir in questo momento è 18° in classifica (ed è il migliore dei piloti Honda!) e la sua miglior prestazione lo ha portato alla nona piazza in una Sprint e alla dodicesima in un GP, normale che non abbia la fila fuori dalla porta. "Le persone prendono in considerazione la moto che usi, ovviamente, ma la realtà è che nessuno esce dalla Honda meglio di come è entrato; io - ha aggiunto con un velo di tristezza Mir - quando sono arrivato alla Honda, avevo molte offerte. Ora non è più così".
Per chi ha raggiunto la vetta del mondo solo 4 anni fa e, per di più, con una moto che era considerata un'outsider rispetto alle altre, finire in questa sorta di limbo non deve essere per nulla piacevole. "Ma questa è un po' la realtà. Non importa cosa hai fatto in passato - riprende Mir - ora sono altri che stanno facendo i risultati al momento. Sono altri 4-5 corridori ad avere la priorità".
Insomma, anche cambiare non è facile: "Anche Marc è dovuto andare in Gresini, non in un team ufficiale, e il suo valore è superiore al mio". Ma nel 2025 Marquez sarà alla guida della Ducati Factory, quindi questo potrebbe essere un percorso da seguire anche per Mir: "Ho parlato molte volte con Marc. Di come si sentiva l'anno scorso e di come si sente ora. E' un'ipotesi che posso seguire anch'io, oppure posso rimanere in questa alla Honda. Non lo so". Una certezza, però, c'è: il ritiro a 26 anni non è in preventivo, malgrado una stagione 2023 con parecchi infortuni: "No, no. Non credo che andrò in pensione, forse più avanti. Voglio dire, se esco da questa situazione difficile in Honda, una volta che torni a essere di nuovo competitivo la tua mente cambia completamente. L'importante è uscire da questa situazione". Insomma, o la Honda cresce e migliora o sarà Mir a cambiare squadra anche se i posti più "pregiati" si stanno velocemente esaurendo.