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Johann Zarco e la Honda come due che si sono trovati troppo tardi: su Suzuka, Un Uomo, l’amore maturo e i tramonti che annunciano un finale che continua

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

3 agosto 2025

Johann Zarco e la Honda come due che si sono trovati troppo tardi: su Suzuka, Un Uomo, l’amore maturo e i tramonti che annunciano un finale che continua
Johann Zarco e la Honda hanno trionfato ancora alla 8 Ore di Suzuka e questa volta, insieme al francese, c’era solo Takumi Takahashi, per un equipaggio che ha dovuto faticare il doppio visto il forfait dell’ultimo minuto di Xavi Vierge. L’equipaggio Yamaha, con Jack Miller, ha soffiato sul collo fino all’ultimo, ma, al di là del successo sportivo, è un altro l’aspetto che colpisce di una storia d’amore che si fa sempre più bella, nonostante tutto…

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

C’è un capitolo di un capolavoro totale della letteratura italiana che, meglio di altri, racconta la passione quando si fa rammarico per qualcosa di potente che è esploso troppo tardi. Quel capolavoro è “Un Uomo”, di Oriana Fallaci, e il capitolo in questione inizia così: “L’amara scoperta che Dio non esiste ha ucciso la parola destino, ma negare il destino è arroganza…”. E’ la riflessione che Oriana Fallaci fa per raccontare – se vogliamo anche in maniera cruda, realista al limite del cinismo e pure un po’ spietata – la metabolizzazione di una sofferenza. Quale sofferenza? Quella di non aver incontrato prima colui che poi sarebbe stato l’amore della sua vita: Alekòs Panagulis. E’ proprio lui, in quelle pagine, che quasi si dispera per un trovarsi troppo tardi. E è lei che, sintetizzando e ripercorrendo la sua storia di professionista e di donna, arriva a dire che pure quell’incontro è accaduto esattamente quando doveva accadere. Così come il destino vuole non per un qualche capriccio.

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Ecco, a Un Uomo, a un amore grande scoppiato in età matura e dopo tante ferite, è venuto da pensare ancora una volta oggi, sotto il podio della 8 Ore di Suzuka. Vedendo ancora lui, Johann Zarco, che ormai è l’elemento imprescindibile di ogni vittoria di Honda, che sia in MotoGP o nei grandi palcoscenici dell’Endurance. L’età non è più quella di un ragazzino e forse è proprio l’esperienza accumulata dopo tanto girovagare (come Oriana e Alekos) a diventare valore aggiunto ogni volta che se ne presenta una occasione insieme a quella Honda che, di certo, non è più la meraviglia ambita da tutti che era un tempo.

Sì, è la seconda volta che Johann Zarco e Honda vincono a Suzuka, ma questa volta c’è pure un po’ di poesia in più a rendere tutto ancora più speciale, per un pilota che forse in carriera non ha raccolto tutto quello che avrebbe potuto e meritato e per una Honda che sembra quasi fare i conti solo ora con il fatto che il tempo non risparmia nessuno, neanche chi è stata imperatrice senza oppositori. Quest'anno l'amore si è fatto più intenso e complicato. Dopo il forfait di Xavi Vierge, Zarco si è ritrovato a correre solo con Takumi Takahashi, trasformando la gara in una prova di resistenza che richiedeva una sintonia perfetta. "E’ davvero difficile –ha detto - correre con solo due piloti perché fa veramente troppo caldo. Si suda molto e le pause di recupero sono troppo brevi. Quando si torna in moto, è davvero dura".

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La pole position conquistata sabato con un giro da 2'04.290 aveva già mostrato le intenzioni del francese. Ma è durante la gara che l'amore maturo ha mostrato tutta la sua profondità. "Siamo riusciti a mantenere un ritmo davvero elevato fino alla fine – ha raccontato ancora - Abbiamo avuto due safety car che hanno spezzato il ritmo, ma abbiamo controllato il vantaggio che avevamo". I momenti più belli, come in ogni amore anche quando è esploso tardi, sono arrivati nelle ultime ore, quando il sole calava su Suzuka e Zarco e la sua Honda si sono ritrovati a vedersi sfrecciare di fianco il tramonto. "L'ultima safety car - ha proseguito - mi ha aiutato a ritrovare lentamente il mio ritmo. Mi è piaciuto molto guidare al buio. È stato un momento davvero fantastico, anche perché dovevo solo controllare il distacco. Ci tengo, però, a ricordare a tutti che in questa vittoria non sono stato solo e quindi non è solo mia”.

Il riferimento, è chiaro, è al compagno di una vita, Takahashi, che ha conquistato con quello di oggi il suo settimo successo a Suzuka. "Vorrei ringraziare Takumi – ha concluso Zarco - Ha fatto un ottimo lavoro in ogni stint. Semplicemente non ha mostrato alcuna debolezza. È stato assolutamente impressionante. Ho cercato di fare lo stesso. Speriamo che l'anno prossimo saremo di nuovo con tre piloti. È una gara che mi piace molto. Abbiamo una delle migliori moto in circolazione. È un vero piacere guidarla. Mi sto godendo la settimana qui: per me Suzuka è una vacanza speciale con Honda”.

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